“La priorità degli Stati Uniti
è che Iran non abbia nucleare”

“Penso che sia della massima importanza per gli Stati Uniti che l’Iran non arrivi mai alla possibilità di dotarsi di armi nucleari. Questo è il motivo per cui il presidente Trump si è ritirato dall’infelice accordo con l’Iran. Questo è il motivo per cui ha imposto sanzioni economiche. Questo è il motivo per cui stiamo lavorando con i nostri amici in Europa per convincerli della necessità di adottare misure più forti contro questa minaccia”.
È il messaggio che John Bolton, dallo scorso marzo a capo della sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha voluto condividere con la stampa prima di un incontro con il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Intervenendo in occasione della sua prima missione a Gerusalemme dall’insediamento a Washington, Bolton ha espresso forte preoccupazione per il ruolo dell’Iran come paese che finanzia il terrorismo internazionale, segnalando in particolare la forte influenza di Teheran in Siria, con Hezbollah in Libano e nello Yemen. Iniziative regionali che, ha sottolineato, finiscono per diventare “minacce globali, in grado di rappresentare un pericolo per tutti”.
Da segnalare, sempre delle ultime ore, un intervento del ministro della Difesa Avigdor Lieberman contro il leader dell’Anp Abu Mazen. L’accusa che gli viene rivolta è quella di un forte tentativo per far naufragare alcuni progressi diplomatici in corso tra Israele e Striscia di Gaza con la prospettiva concreta di una tregua da cui l’Autorità palestinese sarebbe rimasta esclusa. “Stanno cercando di trascinarci nel conflitto palestinese. Ma non è la nostra lotta, non è affar nostro” ha sottolineato il ministro. Dallo stesso Lieberman è poi arrivato un attacco contro un altro esponente di governo, il ministro dell’Istruzione Naftali Bennett, fortemente contrario alla sua linea su Gaza. “Bennett non pensa alla sicurezza, ma a questioni elettorali di scarso livello. Prima di inviare soldati in guerra – ha affermato Lieberman – dobbiamo esaurire tutte le altre possibilità che abbiamo a disposizione”.
Sempre di oggi la notizia della scomparsa di Uri Avnery, 94 anni, giornalista e storico esponente del movimento pacifista. Diverse le reazioni istituzionali alla sua scomparsa. Il presidente Reuven Rivlin l’ha ricordato come “figura eternamente all’opposizione, le cui battaglie per la libertà di espressione hanno segnato la storia di Israele”. Ha poi aggiunto Rivlin: “Le nostre posizioni sono state spesso in contrasto, ma animate entrambe dall’aspirazione di costruire una società libera e forte”.

(20 agosto 2018)