Un mondo senza futuro?
Fino a pochi anni fa eravamo convinti, almeno a livello inconscio, delle magnifiche sorti e progressive dell’umanità. Il progresso tecnologico avrebbe portato democrazia e sviluppo, la globalizzazione avrebbe risolto i problemi del Terzo Mondo, la robotica ci avrebbe liberato dai lavori più pericolosi e pesanti.
I nostri figli sarebbero stati più felici di noi, come ogni genitore si è sempre augurato.
Siamo ora in un periodo senza prospettive per il futuro. Nessuno ci propone un mondo migliore, né a destra ma nemmeno a sinistra. Dittatori democraticamente eletti si sono assicurati di rimanere al potere vita natural durante, e ogni giorno più ossessionati dalla paura di perdere il controllo, aboliscono ogni barlume di libertà e pensiero critico: Russia, Turchia, Cina, per non parlare della Corea e del Medio Oriente, dove persino quel faro di libertà che era Israele sta diventando retaggio di una destra autoritaria.
Ma anche nella nostra parte di mondo, dove ancora si possono esprimere le proprie opinioni senza andare in galera o essere avvelenati, e le elezioni sono manipolate grazie al crescente potere del web e dei social che condizionano il pensiero della massa con mezzi tanto più pericolosi in quanto oscuri ed eterodiretti, come sta emergendo nell’inchiesta sulle elezioni americane.
Il dramma di questo periodo è che non abbiamo nessuna speranza di un futuro migliore. Non ci sono né idee né ideali, se non quelli negativi di un protezionismo che vede l’Altro, ogni altro, come un nemico. In Italia la mediocrità farcita di orgogliosa ignoranza dei 5Stelle e il razzismo muscolare della Lega non hanno una qualsivoglia alternativa, né a destra né a sinistra. L’Europa si sta sfaldando. L’Inghilterra è ripiegata su stessa e muta sulle questioni internazionali. L’America si sta pericolosamente radicalizzando non solo a destra, ma anche a sinistra. Le recenti primarie hanno espresso come rappresentanti del partito democratico un/a transgender, una portoricana afroamericana e una musulmana: ottimo esempio di integrazione e di affermazione femminile, si potrebbe pensare, ma la maggioranza silenziosa e moderata degli americani si sentirà rappresentata? O voterà Trump turandosi il naso?
Quello che mi colpisce è la mancanza di progettualità nei giovani. Come se sentissero che non c’è futuro, e allora tanto vale tirare a campare, magari con il reddito di cittadinanza. Non si sposano, perché non credono più nel modello della famiglia tradizionale, ma non hanno ancora modelli sostitutivi. Chi ha qualche piccolo privilegio lo difende a oltranza, perché non spera in nulla di meglio.
E politica e media sembrano non avere nulla da proporre, se non criticare ferocemente gli avversari. Lo abbiamo visto in Italia con Berlusconi, oggetto per anni di costanti campagne denigratorie che ne hanno fatto un eroe negativo, corroborando paradossalmente la sua fama e il suo potere, in un mondo mediatico dove ciò che conta è essere presenti. Sta succedendo lo stesso con Trump. La stampa democratica americana quotidianamente dedica pagine e pagine alle sue malefatte, invece che tentare di costruire una alternativa, di identificare un possibile contendente e dargli notorietà. Chi sono le star future del partito democratico? L’anziano Bernie Sanders, cresciuto nel mondo della guerra fredda?
E in Italia, tramontato il sole di Renzi, su chi puntiamo per costruire una alternativa seria? Perché non si dà spazio a voci nuove, a qualcuno che ha qualcosa di interessante da proporre, ma ci si limita al tiro al bersaglio contro ciò che non piace?
C’è solo da sperare che si tratti una fase di transizione verso nuove forme di cultura, di economia, di politica, e che dallo scardinamento dei nostri valori nasca un mondo migliore che ancora non riusciamo a intravvedere.
Viviana Kasam