Me Too, messaggio utile

Tobia ZeviLa vicenda di Asia Argento si presta ovviamente a ogni sorta di frizzi e lazzi. Dopo aver avviato la pubblica gogna del potentissimo produttore Harvey Weinstein, e con questa il movimento globale del “Me too”, l’attrice italiana si è vista costretta a risarcire con 380 mila dollari un giovane attore americano con cui ha avuto rapporti sessuali mentre questi era ancora minorenne. Per la precisione, diciasettenne. All’inevitabile reazione del “chi la fa l’aspetti” all’accusa di ipocrisia allo sberleffo del ragazzo che si sente soggiogato in grande ritardo e comunque in età non proprio tenerissima. Vittorio Feltri su Libero utilizza un titolo ammiccante e volgare.
Ora, l’ironia fa bene anche in questa estate terribile. Ma, come si suol dire, bisogna evitare di buttare il bambino con l’acqua sporca. Può anche darsi che Asia Argento non sia il testimonial ideale e cristallino di una campagna decollata negli ultimi mesi contro le molestie alle donne; e può anche essere che il giovane violentato sia soltanto un approfittatore scaltro, che ha colto il potenziale dirompente che le sue rivelazioni avrebbero avuto sull’opinione pubblica e sul portafoglio di Asia. Rimane il fatto che il messaggio del “Me Too” è assolutamente utile e attuale.
In moltissimi contesti, nei paesi occidentali come negli altri (altroché), le donne sono oggetto di discriminazioni e violenze profonde o sottili, esplicite o subdole, dirette o indirette. Dagli sguardi indiscreti alle disparità di reddito fino alle battute volgari, sono mille e ancora mille gli atteggiamenti che noi uomini adottiamo in buona e cattiva fede per mettere l’altro sesso a disagio. E poiché spesso il potere è azzurro e non rosa, tali comportamenti assumono il carattere della violenza vera e propria, perché non può esserci avance o flirt innocente quando si è consapevoli del rapporto di dipendenza del(la) concupito/a.
Se dunque assumiamo il potere come fattore discriminante, persino lo scoop di ieri appare meno bizzarro e faceto. È più raro, ma esistono casi in cui il potere è della donna e quindi, per quanto possa sembrare estremo, la figura debole è quella del giovane maschio. In ogni caso – battute a parte – su tutto ciò c’è ben poco da scherzare.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas twitter @tobiazevi

(21 agosto 2018)