L’annuncio di Donald Trump:
“È il turno dei palestinesi”
“Per i palestinesi è in arrivo qualcosa di molto buono. Adesso è il loro turno”. Non sono state fornite ulteriori spiegazioni, ma le parole del presidente statunitense Donald Trump, così intervenuto nel corso di un comizio elettorale in West Virginia, hanno senz’altro riacceso l’interesse per le questioni mediorientali. Nel corso del suo intervento l’inquilino della Casa Bianca ha anche parlato del riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele e del successivo trasferimento dell’ambasciata americana: iniziativa, come è noto, che è stata duramente contestata dalla leadership palestinese. “A good thing to have done” ha sottolineato Trump.
Il tempo delle concessioni. Un concetto che, osserva la stampa israeliana, lo stesso Trump aveva espresso faccia a faccia con il Premier Netanyahu durante l’ultimo meeting del World Economic Forum a Davos. “Hai avuto un punto a tuo favore, qualcun altro dovrai lasciarlo agli altri nelle prossime fasi del negoziato. Se mai proseguirà” aveva detto in gennaio. “Dovremo essere pronti a pagare un prezzo” aveva poi ammesso in occasione del trasferimento dell’ambasciata americana il ministro della Difesa Avigdor Lieberman.
Le parole di Trump, pur rigettate dal gruppo terroristico Hamas, che non vede alcuna possibilità di successo per il “piano del secolo” più volte annunciato da Washington, arrivano in un momento chiave per il futuro politico e diplomatico della regione.
In attesa della firma di una tregua tra Stato di Israele e Hamas, la notizia del giorno sono le parole fiduciose (“Registro diversi progressi”) del Consigliere della Sicurezza della Casa Bianca John Bolton, arrivato in Israele negli scorsi giorni. Da Mosca intanto Vladimir Putin, come ha rivelato lo stesso Bolton, fa sapere che vedrebbe con favore un disimpegno iraniano dalla Siria, ma che non sarebbe nelle condizioni di imporlo.
(22 agosto 2018)