responsabilità…
“Quando costruirai una casa nuova farai una protezione attorno al tuo tetto, non essere causa di spargimento di sangue in casa tua, se uno dovesse precipitare di lassù” (Deut. 22,8).
Maimonide, nel definire i termini del comandamento, ne sottolinea la portata più ampia: “È un precetto affermativo di porre una recinzione al tetto, dell’altezza di almeno dieci cubiti (circa 1m)…Tanto si tratti del tetto, tanto di qualsiasi altro luogo che possa essere fonte di pericolo e di morte, come un pozzo o un fosso che si trovino nel cortile e che devono essere recintati. Così pure, relativamente a qualsiasi elemento che possa mettere a repentaglio la vita delle persone, costituisce un precetto affermativo l’obbligo di rimuovere tale pericolo e di essere particolarmente attenti a non mettersi in condizioni di rischio, secondo quanto è detto nella Torà: (Deut. 4,9) “Guardati e fai molta attenzione a te stesso” (Mishnè Torà, norme sugli omicidi e sulla protezione della vita, cap. 11).
Il Sefer Ha-Chinnukh, testo medievale, di autore sefardita, a quanto pare del 13° secolo, che contiene un’esposizione di tutti i precetti con la spiegazione dei possibili significati, oltre a chiarire anch’egli l’applicazione del precetto, spiega il rapporto tra il principio della provvidenza e dell’onniscienza da parte di D.O – da un lato – con le leggi di natura e le loro ricadute- dall’altro: “Questo precetto comprende anche l’obbligo di mantenere in ordine ogni muro ed ogni recinzione da cui possa scaturire un pericolo…Per quanto il Signore eserciti la Sua provvidenza su ogni essere umano in modo specifico, e quindi tutto passi attorno alla Sua volontà, tuttavia è dovere fare attenzione (ad ogni pericolo) che rientri nell’ordine naturale della cose, dal momento che D.O ha creato il mondo e lo ha costituito (in modo che si reggesse) sui fondamenti della natura, questa svolge naturalmente le proprie funzioni e ad essa sono sottomessi quasi tutti gli esseri umani, tranne pochi che si sono distinti per eccezionali qualità spirituali”.
L’obbligo (per le autorità) di provvedere, almeno annualmente, alle opere necessarie per mantenere strade e vie di comunicazioni sicure e accessibili è previsto nella Mishnà Shekalim (1,1): “Al quindici del mese di Adar (cioè ogni anno, nel mese precedente Pesach, la Pasqua ebraica) si provvede alle riparazioni di strade e delle vie di comunicazioni (danneggiate dalle piogge invernali)”. La redazione delle Misnhà risale all’inizio del 3° secolo dell’e.v.
Le competenze di chi ha pubbliche responsabilità sono qui chiaramente esposte, però questi testi ci ricordano anche la responsabilità che ogni persona, anche nel proprio piccolo, deve sentire verso la vita del prossimo. Solo l’incontro tra l’adempimento delle competenze pubbliche con il senso di responsabilità degli individui può assicurare un futuro più rassicurante, a questo paese come al mondo intero.
Giuseppe Momigliano, rabbino
(22 agosto 2018)