Giornata della Cultura Ebraica
“Pluralismo valore da difendere”

C’è il racconto, ci sono le parole, al centro dell’identità ebraica. Oggi come nei secoli e nei millenni passati. “Basti pensare alla Parashah che abbiamo letto ieri, in cui si parla del popolo ebraico che presenta le proprie primizie al Tempio di Gerusalemme. Il racconto che segue è un po’ il sunto in pillole della nostra identità e della nostra storia” dice il rav Amedeo Spagnoletto, rabbino capo di Firenze, al pubblico raccolto nel giardino della sinagoga di via Farini per una nuova edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. “Storytelling”, il tema di quest’anno. Firenze tra le Comunità che hanno scelto di festeggiarla oggi, invece di domenica 14 ottobre (data nazionale, con Genova città capofila). “Quelli su cui ci confronteremo nelle prossime ore sono temi di interesse generale. Che ci interessano in quanto ebrei, ma anche in quanto cittadini italiani” sottolinea la presidente della Comunità ebraica Daniela Misul.
Denso il programma della Giornata fiorentina, che si apre con un incontro su narrazioni “tra Memoria e contemporaneità”, moderato da Wlodek Goldkorn, che vede sul palco la direttrice del bimestrale Ha Keillah Anna Segre, il giornalista Gad Lerner, la filosofa Donatella Di Cesare e la scrittrice Lia Levi.
Esordisce Goldkorn: “Gli ebrei, come le donne, nella storia hanno avuto come unica arma le parole. E hanno fatto del pluralismo un loro baluardo. La politica non sarà l’argomento di questo confronto, ma tengo a specificare chiaramente che tra noi ci sono dei firmatari di un appello molto critico nei confronti dell’operato del governo israeliano”.
Segre parla della Haggadah, lettura del seder di Pesach e racconto ebraico per eccellenza. E rivendica un compito ineludibile per le generazioni successive alla Shoah: “Nostro dovere è fare Memoria, condividere la difesa di determinati principi con tutta la società”. Lia Levi, vincitrice quest’anno dello Strega Giovani, parla del suo rapporto con le parole. Della necessità “prima di tutto di comunicare a me stessa” che segna la sua produzione letteraria, con particolare riferimento al tema della Memoria e alle esperienze che l’hanno segnata in gioventù.
Sostiene Di Cesare: “Ci hanno portato a credere che il tempo delle utopie sia finito. Questo è gravissimo e va denunciato. Un compito che tocca in prima istanza agli ebrei, avanguardia dei popoli. Anche per lo scempio di parole cui assistiamo da tempo nel mondo politico”.
Per Lerner, funzione delle Comunità ebraiche dovrebbe essere quello di “far tesoro delle nostre esperienze e delle nostre memorie per fare un po’ da canarini per tutta la società, denunciando ingiustizie e soprusi che ripetutamente avvengono davanti a noi”. Un compito che, a suo dire, non sarebbe svolto a sufficienza.
La Giornata fiorentina prosegue con la degustazione di specialità ebraiche, momenti musicali, un incontro su “Narrare la diversità, favorire l’inclusione” con Laura Forti e Marco Fiammelli di Magen David Keshet Italia, un approfondimento sulla figura di Giorgio Bassani con interventi di Portia Prebys, Anna Dolfi, Gianni Venturi, la presentazione di Storie del kibbutz di Masal Pas Bagdadi, le vicende della famiglia Ambron raccontate da Alberto Boralevi, Lionella Neppi Modona Viterbo e Dora Liscia, un ricordo di Clara Sereni con letture di Ornella Grassi.

(2 settembre 2018)