“Pisa e San Rossore, la Memoria
serve a difendere la democrazia”

Della villa in cui fu apposta l’infame firma nulla è rimasto in piedi. Ma la Memoria di quanto accaduto è e resta viva. Un necessario e condiviso impegno che non guarda solo al passato, ma anche al presente e al futuro del paese.
È il messaggio che arriva oggi da Pisa e dalla tenuta di San Rossore, dove il 5 settembre del 1938 il re Vittorio Emanuele III avallò senza fiatare le Leggi razziste promulgate dal fascismo e dove oggi istituzioni, accademia e mondo ebraico si sono ritrovati per dare insieme l’avvio alle iniziative per gli 80 anni dell’entrata in vigore dei provvedimenti antiebraici, inizio dell’emarginazione, della persecuzione e anticamera alla Shoah.
IMG-20180905-WA0000L’appuntamento è prima al cimitero monumentale di Pisa, nella sezione ebraica dove vengono deposte delle corone e dove si rende omaggio alla figura di Pardo Roques, figura simbolo della persecuzione pisana. E poi nella vicina tenuta, un tempo luogo di residenza estiva di casa Savoia, dove altre corone testimoniano l’importanza e l’attualità del ricordo.
“Sono passati 80 anni – sottolinea la Presidente UCEI Noemi Di Segni, intervenendo a San Rossore – e purtroppo non possiamo limitarci alle sole cerimonie commemorative. È dovere morale chiedersi se quanto successo potrà accadere nuovamente. Quali erano i segni premonitori che non abbiamo saputo cogliere? Quali i segnali o le rassicurazioni da considerare oggi? La Costituzione repubblicana, la riconquista di democrazia e diritti per tutti dopo tanto orrore, sono un presidio fondamentale cui aggrapparci con ferma convinzione a quanto maturato in termini di libertà e costruzione in questi decenni”.
È emozionato Paolo Mancarella, rettore dell’Università di Pisa che è promotrice, in collaborazione con la Scuola Normale Superiore, la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola IMT Alti studi Lucca, di una “cerimonia del ricordo e delle scuse” durante la quale il 20 settembre prossimo l’intera accademia italiana commemorerà, in forma solenne, la cacciata di docenti e studenti ebrei per effetto delle Leggi. “Un momento – racconta – al quale abbiamo iniziato a lavorare più di un anno fa. Allora l’accademia italiana fu acquiescente, si rese complice di quel crimine. Non possiamo riparare quel torto, ma possiamo chiedere scusa. La Memoria è un bene prezioso e doveroso da coltivare. Sta a noi farlo”.
Il governatore regionale Enrico Rossi parla delle Leggi antiebraiche come di “un tradimento verso tutti gli italiani”. E invita ad attualizzare la lezione di quanto accadde allora, anche in ragione di un sentimento di inquietudine che “non può oggi non pervadere i democratici, le persone di cultura, chi ha a cuore le sorti del paese”. Il paese rischia una deriva, sottolinea Rossi. E quindi “è giunto il momento di apprendere qualcosa dalla storia”. Per farlo, dice, è fondamentale l’incontro con i giovani. “Un impegno che la Regione onora da tempo, con viaggi della Memoria e con incontri e conferenze che coinvolgono, ogni anno, molte migliaia di studenti”. Conferma la vicepresidente Monica Barni: “Quello odierno è un gesto simbolico fondamentale per la Memoria. Un tema su cui siamo attivamente impegnati da anni su un piano sia legislativo che di iniziative concrete”.
Chiede scusa a nome della città il sindaco Michele Conti. “Alle nostre spalle – indica – si trovava la villa della firma. Al di là delle parole che oggi diremo è fondamentale alimentare, con i fatti, il ricordo di ciò che è stato. Con le Leggi del ’38, bene ricordarlo, si andò a colpire una comunità protagonista della cultura e della vita nazionale. Fu quindi un disastro sotto tutti i punti di vista”.
IMG-20180905-WA0004A San Rossore, alla presenza tra gli altri del presidente della Comunità ebraica pisana Maurizio Gabbrielli, dell’ex presidente Guido Cava, vittima della legislazione del ’38, dell’assessore UCEI Livia Ottolenghi, del segretario generale dell’Unione Gloria Arbib, si inaugura la prima delle tre mostre da oggi aperte al pubblico: “1938-La storia”, a cura della Fondazione Museo della Shoah, illustrata ai presenti dallo storico Marcello Pezzetti. Nel pomeriggio saranno invece inaugurate (a Palazzo Vitlelli) “I giovani e la Shoah”, proposta da UCEI e ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ed “Ebrei in Toscana XX-XXI secolo”, al Giardino Scotto, realizzata da Istoreco.

Adam Smulevich