BIOGRAFIE Le vite intrecciate di due grandi autori
Anna Folli / MoranteMoravia / Neri Pozza
Erano una coppia leggendaria. Li chiamavano MoranteMoravia, tutto attaccato, come fossero un’unica persona, ed è questo il titolo della doppia biografia (sottotitolo: “Una storia d’amore”) pubblicata da Anna Folli con Neri Pozza.
Eppure Alberto Moravia ed Elsa Morante, la coppia più famosa del ‘900 letterario italiano, non potevano essere più diversi.
Ironico, entusiasta, con una grande passione per la discussione e il dialogo, Moravia era un uomo lontano dal monumento letterario che i suoi contemporanei gli eressero sin dai primi esordi. Giovane, timida e poverissima, Elsa Morante cercava di costruire l’immagine di una donna sicura, ma nascondeva una grande vulnerabilità affettiva, un bisogno estremo di conferme.
Entrambi provenivano da famiglie con radici ebraiche. Alberto Moravia, al secolo Alberto Pincherle, le aveva per parte di padre, Carlo Pincherle, di famiglia veneziana, architetto e pittore, imparentato anche con i fratelli Rosselli; la Morante per parte di madre: era figlia di Irma Poggibonsi, ebrea originaria di Modena. Ambedue, con l’ebraismo, avevano un rapporto complesso, caratterizzato da una sostanziale lontananza (più che dall’appartenenza identitaria, percepita e in qualche modo vissuta da ambedue, dagli aspetti religiosi: Moravia descriveva se stesso, senza mezzi termini, come un ateo).
È comunque innegabile che tali radici abbiano caratterizzato la loro biografia (specie durante la guerra e l’occupazione nazista, quando i due dovettero nascondersi), e per alcuni versi anche le tematiche presenti nei loro libri (in questo senso, personaggi ebrei si ritrovano più spesso nei libri della Morante; in quelli di Moravia, è stato notato, sono quasi assenti).
Di Moravia, la Morante s’innamora al primo incontro, nell’antica birreria Dreher accanto a Palazzo Colonna. Lui è l’enfant prodige della narrativa italiana, l’autore celebrato e insieme discusso degli Indifferenti, scritto a diciotto anni durante la convalescenza da una malattia terribile che gli aveva rubato l’infanzia. Lei, “un viso tondo con due grandi occhi dall’iride screziata, pieni di luce e ombre”, vive dando ripetizioni agli studenti e compilando tesi di laurea, ma scrive anche racconti ai quali affida tutti i suoi sogni e le sue speranze. Sopra ogni cosa, vuole diventare scrittrice: la più grande di tutte.
Sia Elsa che Alberto vivono la letteratura come una fede religiosa. Entrambi la hanno scelta come passione totalizzante, come l’unico destino in cui riconoscersi, pur avendo un approccio alla scrittura del tutto opposto: razionale, quello di Moravia, incantato quello di Elsa.
Dalle fughe a Capri, dove i due scrittori vivono i momenti più spensierati del loro matrimonio, all’esilio ciociaro negli anni della guerra; dalla vita bohèmienne del dopoguerra fino alla consacrazione letteraria, Anna Folli ripercorre in queste pagine il tempestoso rapporto che per venticinque anni ha legato la più celebre coppia della scena letteraria italiana. Una storia d’amore di struggente intensità, un sodalizio letterario segreto e indissolubile.
Marco Di Porto