I motivi della melagrana

kasamSiamo abituati a trovarlo sul tavolo di Rosh Hashanah: un frutto dai molteplici simbolismi (i più noti sono la fertilità e la fortuna) già citato nei testi sacri e nel Cantico dei Cantici, dove l’amata è paragonata a un giardino pieno di alberi di melograno, e l’amore potrà essere consumato proprio quando saranno fioriti (i cattolici che non accettano l’erotismo del Cantico vi leggono la prefigurazione della predicazione del Cristo).
Ma il melograno ha anche molte altre qualità (le ho ricavate dal sito NoCamels della Fondazione Asper, dedicato all’innovazione – ma non solo – in Israele). I semini rossi contengono una gran quantità di vitamina C, circa un terzo del fabbisogno giornaliero. Hanno proprietà antitumorali, proteggono dai disturbi cardiovascolari e aiutano a ridurre la pressione in quanto sono blandamente diuretici. Per l’alto contenuto di potassio, acido folico e fibre sono potenti antiossidanti. E se non basta, aiutano a prevenire l’artrite, i dolori alle giunture e rinforzano il sistema immunitario. Costituiscono inoltre un ottimo digestivo, utilizzato in parecchie bevande, come il Vermouth.
Gli scienziati israeliani del Rambam Health Care Campus e del Technion hanno scoperto che il melograno riduce i rischi di parto prematuro e di danni cerebrali nel feto grazie all’alto contenuto di polifenoli, che hanno proprietà antiinfiammatorie. “I danni cerebrali al feto sono spesso dovuti a problemi infiammatori” spiega il professor Ron Beloosesky, direttore della Prenatal Ultrasound Unit della Divisione di ostetricia e ginecologia presso il Rambam Hospital. “Per questo lo stiamo testando sulle donne in gravidanza. I test sui topi hanno dato risultati incoraggianti, tanto che lo abbiamo inserito nella dieta delle future mamme fin dai primissimi mesi” (lo studio è stato pubblicato sull’American Journal of Obstetrics & Gynecology).
Il melograno è un frutto sacro per tutte le religioni (un buon motivo ci sarà) Si dice che porti fortuna, prosperità, ricchezza e molti figli (che nei tempi antichi erano sinonimi). C’è chi sostiene che per tentare Eva il diavolo le offrì non una mela, ma un melograno (ha molto più senso: chi si farebbe tentare da una mela?); i 12 messi portarono a Mosè dei melograni per dimostrargli la fertilità della terra di Canaan; e i suoi 631 semini rossi simboleggiano i 613 precetti della Torah. Ma non è solo la religione ebraica a celebrarlo come frutto sacro. Nei miti greci simboleggia vita, matrimonio e rinascita. E si dice che il primo albero fu piantato da Afrodite, la Dea dell’amore. In Turchia e Armenia viene donato alle spose come augurio di fertilità. E’ presente nella tradizione cinese e indù, e nell’iconografia cattolica è spesso raffigurato per simboleggiare la morte e la resurrezione del Cristo. Nel Corano è elencato tra le buone cose create da Allah.
Si presta a molti usi. I semi rossi eduli possono guarnire l’insalata o le macedonie, il succo è delizioso, la melassa può essere utilizzata come addensante. Anche la corteccia dell’albero ha proprietà medicinali ben note alla farmacopea. Mentre la scorza dei frutti è ricca di tannino. La polvere ottenuta dall’essiccazione del frutto può essere utilizzata come decotto. Ha proprietà tenifughe, astringenti, e sedativo nelle dissenterie; per uso esterno il decotto ha proprietà astringenti. Dalle radici stesse si ricava un colorante impiegato nella cosmesi.
E infine, pare abbia proprietà afrodisiache. Aumenterebbe il flusso sanguigno in tutto il corpo, genitali inclusi, e, per l’alto contenuto di testosterone, stimolerebbe il desiderio. Non resta che provare per credere.
E dunque, Shanà Tovà a tutti con l’augurio di tanti melograni sulla vostra tavola.

Viviana Kasam