Bilancio sociale 5 / Patrimonio
Beni culturali, come tutelare la storia

merge_from_ofoctFare, condividere, preservare cultura. La Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia, presieduta da Dario Disegni, da sempre opera in questa direzione con una pluralità di iniziative. Tra le operazioni più significative dell’ultimo anno un determinante contributo al restauro e alla messa in sicurezza della cupola interna alla sinagoga di Firenze attraverso una raccolta fondi d’emergenza promossa nel dicembre del 2017 da Opera del Tempio Ebraico e Comunità ebraica fiorentina.
Più di ottanta (tra privati ed enti) i donatori che hanno risposto all’appello. Determinante in questo senso, hanno spiegato il presidente dell’Opera del Tempio Renzo Funaro e la presidente della Comunità ebraica Daniela Misul in una successiva comunicazione, il contributo di realtà appunto come la Fondazione (di cui Funaro è vicepresidente), assieme tra gli altri a Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, World Monuments Fund, David Berg Foundation, Jewish Heritage Europe, Adei e Centro Giovanile Ebraico Fiorentino. “Non possiamo non raggiungere questo obiettivo, poiché tutti noi abbiamo bisogno di sapere che non ci sono alternative, tranne un rischio che non possiamo prendere e che potrebbe indurre la Comunità a mettere in atto misure di cautela che limitino l’uso dello spazio all’interno della sinagoga” aveva detto Funaro, in occasione del lancio della campagna straordinaria di reperimento di nuove risorse. Missione compiuta, per fortuna. E in tempi rapidi. Pochi giorni dopo alcuni tecnici acrobati sono infatti entrati tra le due cupole del Tempio di via Farini e hanno iniziato a smontare alcune delle sedici grate-rostre lignee delle aperture, calandole a terra, così da verificarne le precarie condizioni di sicurezza. Gli stessi si sono quindi calati per ispezionare i cornicioni interni, verificando la necessità di alcuni interventi. E in breve tempo la situazione è tornata alla normalità. Per gli ebrei fiorentini e per le decine di migliaia di turisti che ogni anno visitano quella che è ritenuta una delle più belle sinagoghe d’Europa.
Impegni, quelli della Fondazione, che stanno assumendo una proiezione sempre più internazionale. Come dimostra la temporanea collocazione del Sefer Torah di Biella, il più antico in uso al mondo a una Comunità ebraica, restaurato dal rav Amedeo Spagnoletto su mandato della Fondazione, nella mostra Savants & Croyants. Les Juifs d’Europe du Nord au moyen âge allestita al Musée des Antiquités di Rouen in Normandia e visitabile fino al prossimo 16 settembre. In esposizione opere provenienti dall’Italia, dalla Statsbibliothek di Berlino, dal Jüdisches Museum di Colonia, dall’University Library di Cambridge, dal British Museum e dal Victoria and Albert Museum di Londra, dalla Bodleian Library di Oxford, oltre che da molti altri enti e, ovviamente, dalle maggiori organizzazioni storiche di Francia. Un trasferimento, quello del Sefer medievale, curato nei minimi dettagli dalla presidente della Comunità ebraica vercellese Rossella Bottini Treves.
L’esposizione di Rouen segue di pochi mesi un intervento del rav Spagnoletto al prestigioso World Congress of Jewish Studies, tenutosi a Gerusalemme nel 2017, dove grande è stato l’interesse degli addetti ai lavori per la relazione “The Sefer Torah of Biella XIII century. The discovery and restoration of one of the most ancient Torah scrolls still in use in a Synagogue” dedicata al restauro del Sefer e all’emozionante rivelazione conclusiva dell’esame al Carbonio 14 attraverso il quale è stato possibile accertare che il rotolo può essere datato al 1250. Una scoperta che ha presto fatto il giro del mondo.

Pagine Ebraiche Settembre 2018