…Trieste

Il 18 settembre 1938 il cacciatorpediniere Camicia Nera attracca al molo “Audace” di Trieste. Il Duce è sulla plancia di comando. In una piazza dell’Unità riempita all’inverosimile di una folla inneggiante, Mussolini annuncia, per la prima e l’unica volta in un discorso pubblico, la proclamazione delle leggi antiebraiche. Il 14 luglio era stato pubblicato il cosiddetto Manifesto della razza, il 5 agosto era uscito il primo numero della rivista di propaganda antisemita La difesa della razza, nello stesso mese d’agosto era stato realizzato il censimento degli ebrei italiani, le cui schede servirono a nazisti e fascisti per scovare e deportare gli ebrei italiani, il 5 settembre studenti e insegnanti ebrei erano stati cacciati dalle scuole di ogni ordine e grado. Successivamente, furono pubblicate le altre leggi contro gli ebrei. Il video dell’Istituto Luce, restaurato e presentato integralmente in molte mostre e convegni in tutta Italia, è impressionante sia per la violenza del discorso antiebraico di Mussolini sia per la visione della folla che lo applaude.
Trieste era ed è città di grande tradizione culturale, città cosmopolita sede di incrocio fra culture. Ma è anche quella città di ottant’anni fa che applaudiva alle leggi razziste del Duce. Non dovrebbero dimenticarlo il suo sindaco e il suo assessore alla Cultura, tanto meno oggi, ad ottant’anni da quella vergogna. Perché, se la locandina della mostra contestata dal Comune, con il titolo sulle leggi de Il piccolo del 1938 e le immagini delle studentesse, è sembrata loro “esagerata”, che cosa avrebbero detto se a illustrare la mostra fosse stata l’immagine di Mussolini mentre proclama il razzismo a piazza dell’Unità davanti alla folla che lo applaude? Avrebbero parlato ancora di esagerazioni e detto che non c’era bisogno di sollevare ancora quelle cose?

Anna Foa, storica