“Urtisti patrimonio di Roma”
“Patrimonio storico della città di Roma”. È la definizione con cui la Regione Lazio (attraverso apposito emendamento) si è impegnata a tutelare e salvaguardare la categoria degli urtisti, antico mestiere che alcune famiglie ebraiche della Capitale esercitavano già nella Roma papalina e che si è trasmesso da allora di generazione in generazione. A tre anni dall’allontanamento delle zone di maggior flusso turistico decretato dall’allora sindaco Ignazio Marino, il voto in Regione – secondo il Consigliere Enrico Cavallari, che ne è uno dei promotori – “fornisce al Comune di Roma uno strumento essenziale per ripristinare lo stato di diritto della categoria, da tre anni costretta a lavorare in zone lontane dal flusso turistico”. Un’ingiustizia che, sottolinea il Consigliere, “ha mortificato la storia centenaria di Roma nonchè la dignità e l’economia di 115 lavoratori”.
Soddisfazione è stata espressa dal vicepresidente dell’Associazione nazionale ambulanti Angelo Pavoncello: “Oggi – le sue parole – è una giornata storica per la categoria dei venditori di souvenir i quali, dai tempi della Roma ottocentesca, si sono distinti per il lavoro silenzioso e la caratteristica accoglienza (accompagnata da aneddoti e racconti inediti sui monumenti di Roma) ai più grandi uomini della storia in visita alla Città Eterna”.
Afferma Moro Di Veroli, segretario dell’Associazione storica urtisti: “Siamo convinti che la sindaca Raggi, l’assessore al Commercio, Carlo Cafarotti e il presidente della commissione capitolina Attività produttive, Andrea Coia, ci convocheranno a stretto giro per ripristinare le postazioni di lavoro”. A partire dal Colosseo, prosegue Di Veroli, così da ricostituire “lo storico binomio tra il monumento simbolo di Roma e la categoria degli urtisti, rispettivamente ‘patrimonio materiale’ (Colosseo) e ‘patrimonio immateriale’ (urtisti)”.
(26 settembre 2018)