Ancona, una visita emozionante
Poco prima di Rosh-ha Shanà la Comunità ebraica di Ancona ha ricevuto le visite di vari gruppi di persone: un gruppo di israeliani figli di reduci europei dai campi di concentramento nazisti, che hanno voluto ripercorrere i cammini dei loro padri in Europa; poi un gruppo di cittadini in occasione del Festival Adriatico – Mediterraneo (ex festival klezmer degli anni ’80) che volevano vedere più da vicino tradizioni e luoghi di culto di una comunità con cui desiderano stringere legami sempre più intensi.
Ambedue i gruppi sono stati entusiasti delle visite e delle spiegazioni fornite dal nostro responsabile del culto Nachmiel Aronhee e da me stesso e, specie il secondo gruppo, si è riproposto di tornarci a trovare a breve per approfondire il rapporto con noi.
Ma l’esperienza più interessante e, per certi aspetti, più emozionante, la si è avuta con il terzo gruppo di visitatori: 21 tedeschi provenienti da Tubinga, cattolici, ma molto interessati all’ebraismo, tanto da aver fondato quel gruppo allo scopo di studiare e conoscere storia, tradizioni e vita del popolo ebraico. Questa loro spinta interiore allo studio dell’ebraismo è nata dalla ricerca che costoro hanno cominciato a fare singolarmente, e poi continuato a fare in gruppo, sul comportamento dei loro genitori e nonni durante il nazismo.
Molti hanno scoperto che i loro pdri e nonni erano stati chi nella Wermacht, chi nelle SS, chi non aveva fatto nulla per opporsi alla barbarie nazista: è così maturato in loro un senso di colpa nei confronti degli ebrei che li ha portati ad approfondire la conoscenza e lo studio dell’ebraismo.
Erano infatti tutti molto ben informati su culto, tradizioni, anche questioni halachiche, insomma, si sono gettati a capofitto in questo progetto.
“Siamo venuti a trovarvi, perché vogliamo chiedervi scusa per tutto quanto avete sofferto a nostra colpa, siamo addolorati per tutto il male che vi abbiamo fatto”. Ho loro risposto che non dovevano sentirsi responsabili a livello personale, in quanto la responsabilità è individuale, ma tuttavia apprezzavamo il loro gesto di sincero pentimento.
Costoro sostengono Israele anche facendo offerte ai nostri fondi nazionali (Keren Kayemet e Keren Hayesod) e si sentono sinceramente amici ed ammiratori della cultura e delle tradizioni ebraiche; la Germania deve molto agli ebrei che vi vivevano, ora è meno “ricca” di prima” hanno aggiunto.
Hanno voluto visitare le nostre due sinagoghe (vedi foto) e ad un certo punto della visita mi hanno chiesto di poter cantare qualcosa; con timore ho accordato la loro richiesta: beh, hanno intonato il salmo che inizia con “avù-la Ad…ai” in un ebraico perfetto, spiegando poi che abitualmente nelle loro riunioni cantano pezzi della nostra liturgia, nel quadro dello studio dell’ebraismo che hanno intrapreso.
Una visita davvero emozionante.
Marco Ascoli Marchetti, presidente Comunità ebraica di Ancona
(28 settembre 2018)