Paolo Belforte (1923-2018)
Si sono svolti nel pomeriggio, nel Cimitero ebraico di Livorno, i funerali di Paolo Belforte, zl, classe 1923 mancato ieri.
Per la città il cognome Belforte richiama alla storica libreria, per decenni nella centrale via Grande e poi altrove, amata anche da Giovanni Spadolini che, come ricordano i livornesi di una certa età (anche per le proteste a seguito del blocco del traffico che provocava…), la prediligeva non mancando di visitarla durante durante i suoi soggiorni livornesi.
Invece per il mondo ebraico internazionale, Belforte era e ancora è pur essendo cessata da tempo la stampa in ebraico, sinonimo di editoria di libri da preghiera, secondo molteplici riti, e altri testi religiosi diffusi nel mondo e tuttora ricercati e scambiati sul mercato.
Uomo di grande cultura, erede appunto di una grande tradizione editoriale non solo legata a testi in ebraico ed oggi continuata dalla famiglia Guastalla, la sua libreria non è stata “solo” un negozio di libri ma un centro di iniziative culturali offerte alla città intera.
Nel ricordarlo dalle pagine del quotidiano Il Tirreno, le figlie riportano che “tutto ciò che era legato al passato non lo interessava affatto, tutto ciò che era provincia e chiusura lo infastidiva e per tutta la vita ha perseguito con curiosità e attenzione l’affermarsi delle novità portate avanti sempre in prima persona. Era uno spirito libero, anticonvenzionale e aperto alle nuove esperienze anche in campo sociale e politico”.
Alla famiglia sincere condoglianze: sia il suo ricordo per benedizione.
Gadi Polacco
(28 settembre 2018