Qui Torino – Il confronto
“Cultura costruisca convivenza”

IMG-20180927-WA0009Contro l’intolleranza. Titola così l’evento organizzato dalla sezione ANPI “Nicola Grosa” in collaborazione con la Comunità ebraica di Torino in occasione dell’anniversario delle Leggi razziste e nell’ambito del Comitato Provinciale Cordinamento Torinese “Mai più fascismi” “Mai più Razzismi”. Ad ospitare l’incontro la Casa del Quartiere, nel cuore di San Salvario, zona della città dove culture e religioni diverse si trovano a condividere spazi, vie e progetti, commenta in apertura il moderatore Adramet Barry, che riprende alcune pagine tratte dalla favola Mattino bruno di Franck Pavloff.
A dialogare con il pubblico in sala il giornalista Gad Lerner, accanto a Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica e Lorenzo Gianotti, in rappresentanza dell’ANPI Provinciale. Tre interventi che restituiscono prospettive affini ma non complementari, punti di vista sfalsati da cui osservare e analizzare la società di oggi, le nuove correnti razziste e xenofobe, che troppo spesso richiamano in maniera sempre più insistente e sfacciata dinamiche, linguaggi riconducibili all’Italia fascista del XX secolo.
Dario Disegni riprende alcune riflessioni di rav Jonathan Sacks legate al tema del rapporto con l’altro, a partire da alcuni passi del Talmud che evidenziano come la Torah riporti solo una volta di amare il prossimo mentre per 36 volte invita a amare lo straniero. Poi si sofferma sul ruolo da assumere nella società di oggi: “Denunciare ogni genere di deriva antidemocratica e agire facendo ricorso alla cultura e all’educazione”. Riflessioni in linea con le parole espresse da Gianotti che sottolinea la necessità di mobilitarsi contro l’intolleranza e l’indifferenza e attribuisce parte della responsabilità della deriva del dibattito pubblico proprio all’assenza di voci critiche.
“L’antidoto all’odio per lo straniero è dargli un nome, un volto, una storia, una personalità” afferma Gad Lerner, richiamando l’obiettivo che sottostava alla trasmissione da lui condotta “Difesa della razza”. E prosegue: “Il fatto di incontrarlo anche solo attraverso il racconto permette di non relegare l’altro a realtà indefinita e quindi oscura”. Ribadisce poi il ruolo centrale che le comunità ebraiche possono assumere, un ruolo di sentinelle rispetto a un contesto socio-politico come quello attuale dove sempre più spesso tornano in auge azioni xenofobe e linguaggi discriminatori. “Ci stiamo sempre più accorgendo della rottura di un argine, del superamento di un limite che si credeva invalicabile”. E questo è stato reso possibile da quella che definisce “una malintesa libertà di espressione legata ad un patriottico vittimismo” poi sconfinati all’interno della sfera politica e pubblica e tramutata in una pervasiva propaganda d’odio.
I tre interventi introduttivi lasciano poi spazio alla narrazione di progetti ed esperienze dirette di scontro con le logiche dell’intolleraza e dell’indifferenza. Ad alternarsi alla tavola rotonda, gli interventi della pastora della Chiesa Valdese di Torino, Maria Bonafede, del rabbino capo rav Ariel Di Porto, del vicepresidente dell’Associazione Culturale Islamica di San Salvario, Walid Dannawi e del parroco di Santi Pietro e Paolo, Don Mauro Mergola.

Alice Fubini

(28 settembre 2018)