Antisemitismo e razzismo, in prima linea per estirparli
Dopo la Shoah, nessuno si aspettava che l’antisemitismo avrebbe rialzato la testa. Come ha più volte sottolineato la senatrice Liliana Segre, il mondo ebraico non era tanto naive da pensare che il pregiudizio fosse di colpo scomparso ma nel dopoguerra la quasi totalità della retorica antisemita era relegata e nascosta nelle pieghe più marginali della società. Oggi il pregiudizio ha rialzato la testa sotto diverse forme: dall’integralismo di matrice islamica a quello di estrema destra, dall’odio verso Israele fino a quello che si mischia a teorie del complotto e parla di presunti poteri forti in mano agli ebrei. Per contrastare questi pericolosi rigurgiti, le istituzioni democratiche hanno lavorato per fornire diversi strumenti: l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, assieme al Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, ha ad esempio ideato l’Antenna Antisemitismo che risponde – attraverso un numero verde – all’esigenza di trovare a chi denunciare episodi di antisemitismo quotidiano. Il Cdec inoltre da diversi anni vede operare al suo interno l’Osservatorio Antisemitismo che svolge una costante azione di monitoraggio e studio del fenomeno in tutte le sue molteplici manifestazioni in Italia. L’Osservatorio raccoglie e codifica azioni di antisemitismo (episodi, discorsi pubblici, evidenze), svolge indagini sull’opinione pubblica, elabora i dati sugli episodi di ostilità antiebraica, realizza studi mirati. Svolge l’azione di monitoraggio, assicurando la copertura dell’intero territorio nazionale, attenzione ai diversi caratteri, alle diverse matrici e alle diverse forme del fenomeno. E poter aver un quadro più chiaro di cosa sia oggi l’antisemitismo sono necessarie delle ricerche puntuali, sottolineano i vertici dell’UCEI. Per questo hanno sostenuto la ricerca l’indagine voluta dall’Agenzia per i Diritti Fondamentali (Fra), condotta dal Institute for Jewish Policy Research (JPR) e conclusasi queste estate che ha coinvolto 14 paesi europei, Italia inclusa. “è positivo e incoraggiante che ai vertici dell’Unione Europea, o per lo meno nella sua agenzia specializzata nella tutela dei diritti civili ci si renda conto che è importante monitorare e combattere le forme di odio, discriminazione e molestia che indubbiamente esistono nei confronti non solo degli ebrei ma anche di tante altre minoranze etniche e religiose” spiegava a Pagine Ebraiche il professor Sergio Della Pergola, a cui è stato affidato il progetto, assieme a un pool di esperti. A collaborare all’indagine, anche l’Istituto di ricerca Ipsos, già coinvolto in una ricerca realizzata dal Cdec dal titolo “Stereotipi e pregiudizi degli italiani”. Dallo studio, coordinato dalla sociologa Betti Guetta, emerge come moltissime persone non hanno opinioni né conoscenze del mondo ebraico in Itala, ovvero vi è un’area grigia molto ampia che può essere considerata un’area vergine da coltivare in modo proficuo ma che può diventare un’area appetibile per chi spinge alla crescita dei sentimenti xenofobi. Cosi è accaduto come ricordato in queste pagine in Germania, dove a votare il partito xenofobo sono stati molti elettori di quella zona grigia. Da qui l’attualità e importanza di costruire presidi contro l’antisemitismo. “Cosa possono fare e come devono procedere le istituzioni nazionali o sovranazionali che operano (necessariamente) con un modello di normazione ‘classico’ nei limiti della loro giurisdizione e mandato; come coinvolgere e responsabilizzare coloro che progettano la rete anziché pescare coloro che ci navigano?”si chiedeva la presidente UCEI Noemi Di Segni in occasione della Conferenza internazionale sulla responsabilità degli stati, delle istituzioni e degli individui nella lotta all’antisemitismo organizzata a Roma a inizio 2018 dal precedente governo. “Il problema dell’odio non è degli ebrei è dei popoli che circondano le nostre vite e i nostri confini, di coloro che rifiutano ogni diversità ha spiegato Di Segni – e la soluzione più umana, voluta da sempre dal popolo ebraico, che desideriamo ribadire, è quella della pace e della cooperazione, attraverso leggi, valori comuni e preghiere, attraverso tanti sconosciuti eroi che si adoperano quotidianamente per opere di dialogo e di salvataggio. Guardando ai giovani, ai figli di tutti noi”.
Da smascherare inoltre tutti quegli atteggiamenti che si nascondono dietro la legittima critica a Israele per lanciarsi in realtà in attacchi virulenti contro gli ebrei e al loro diritto ad avere una nazione. Anche su questo, di concerto con l’ambasciata israeliana a Roma, l’Unione è impegnata in prima fila e ha bisogno della piena collaborazione di tutta la società.
Pagine Ebraiche Settembre 2018