Innovazione e dialogo culturale, il Progetto Talmud all’Onu
Il Progetto di traduzione del Talmud in italiano come esempio di “best practice” per la sua capacità di unire la nuova tecnologia digitale alla valorizzazione del patrimonio culturale. A presentare al pubblico internazionale l’iniziativa – frutto della collaborazione tra governo italiano, Cnr, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e Collegio rabbinico italiano – l’evento organizzato a New York in occasione dell’Assemblea Generale dell’ONU dal titolo “Innovazione e tecnologia per favorire l’inclusione e il dialogo interculturale: il Progetto Talmud”. A presentare il grande lavoro di traduzione, rav Gadi Piperno, in rappresentanza dell’UCEI e del Collegio rabbinico, e la direttrice del Progetto Talmud Clelia Piperno. A intervenire all’incontro, anche l’ambasciatore Maria Angela Zappìa Caillaux, rappresentante permanente per l’Italia presso le Nazioni Unite, e rav Arthur Schneier, rabbino capo della sinagoga di Park East Synagogue New York. “L’evento è stato senz’altro un successo per una serie di ragioni. – sottolinea rav Piperno – Va notato che erano presenti ambasciatori di tre nazioni, Italia Israele e Albania, una nazione a maggioranza cristiana, una a maggioranza ebraica e una a maggioranza musulmana. Questo evidenzia senz’altro l’elemento del dialogo interculturale, obiettivo dell’evento. Inoltre nella sala, piena per l’occasione, c’erano molti giovani. Alla fine degli interventi programmati c’è stato del tempo per le domande, che sono arrivate quasi esclusivamente proprio da giovani presenti all’evento. Dalle domande è emersa tanta curiosità in merito all’utilità dello studio del Talmud come strumento che educhi i giovani e la futura classe dirigente all’ascolto e alla comprensione delle opinioni altrui”. Ai presenti è stato spiegata l’importanza del Talmud per la tradizione ebraica e in particolare la sua rilevanza nella cultura italiana. “Il Talmud ha influenzato il pensiero continentale negli ultimi secoli e dobbiamo riconoscere e valorizzare questo contributo alla cultura europea e occidentale”, ha spiegato il rav, sottolineando che il governo italiano ha compreso questa esigenza appoggiando il Progetto di traduzione, con la consapevolezza che “si tratta di uno strumento importante nei contenuti e nella metodologia, che può essere un punto di riferimento anche per la società italiana, un luogo dove trovare non necessariamente risposte e soluzioni, ma piuttosto la strada per un approccio comune ai problemi”.