La Cappella Sistina
Ieri sera su Rai 1 Alberto Angela ha ammaliato milioni di italiani con Michelangelo e i capolavori della Cappella Sistina. Non c’è dubbio: come presentatore e divulgatore è molto bravo, ma come esegeta della Bibbia molto meno. Quando gli è toccato di spiegare la lunetta della volta che l’artista rinascimentale ha dedicato a Iacob – Ioseph, ossia Giacobbe e Giuseppe, il nostro Alberto ha concluso che, essendo Giacobbe il padre di Giuseppe, vediamo qui il “nonno di Gesù”! E’ pur vero che nell’interpretazione complessiva le lunette sono dedicate agli “antenati di Cristo” ma dicendo che Giacobbe è il nonno di Gesù è come se avesse azzerato l’intera storia biblica, risucchiandola nel tradizionale cristocentrismo delle chiese e perdendo l’occasione di spiegare che non sono i patriarchi che ‘appartengono’ al cristianeismo ma è Gesù che viene dalla storia e dal popolo di Giacobbe/Israele. Inoltre Alberto non riconosce le due donne della stessa lunetta, che non possono che essere le matriarche Lea e Rachele (in nessuna lunetta appaiono figure neo-testamentarie), e confonde quest’ultima con la Madonna e il gruppo con la ‘sacra famiglia’. Anche nel parlare del profeta Gioele/Joel inventa un’etimologia ebraica: invece di riconoscervi un nome teofanico – il Signore è Dio – lo fa derivare da un verbo che indica bramare, dato che l’artista lo ha ritratto con il volto di Bramante… Neppure ha ricordato che l’interpretazione del frutto proibito, nella scena del ‘peccato originale’, come fico (e non come mela) è dovuto al fatto che Michelangelo conosceva le interpretazioni rabbiniche della Genesi, come mostra anche la strana ‘arca di Noè’, che non è una nave! Se Alberto Angela avesse letto, non dico Rashi, ma almeno la Genesi e consultato un testo di esegesi ebraica su quei racconti, oggetto del capolavoro di Michelangelo, ci avrebbe risparmiato i suddetti svarioni.
Massimo Giuliani