…nazionalismi
Le chiacchiere stanno a zero, si dice. Dopo mesi di propaganda che si sta sempre più rivelando una trappola per se stessi, alla prima prova dei fatti il nuovo governo italiano sta mostrando tutte le contraddizioni di un progetto neo-nazionalista in Europa. L’idea che tutto sia colpa di vecchie élites ormai tramontate, capitanate dal «barcollante» Juncker è solo l’ultima sciocchezza di una propaganda davvero sterile. Le dichiarazioni di questi giorni dimostrano che Il nuovo assetto europeo che si sta profilando all’orizzonte, con l’avanzare di quelli che dovrebbero essere gli alleati del governo gialloverde, sarà ancor più punitivo per l’Italia. Basta vedere le dichiarazioni austriache per rendersi conto che i partiti populisti sono, in ogni nazione del Nord, rappresentanti di quell’opinione pubblica nutrita a colpi di slogan contro il Sud spendaccione. Almeno quanto lo è stata le Lega nei confronti del meridione italiano negli anni di Bossi. E non basta un me ne frego pronunciato con le mani sui fianchi (posa che vedo sempre più utilizzata anche da qualche politico nostrano) per cambiare questa realtà. Ce ne si faccia una ragione: i nazionalismi non rappresentano un’alternativa al progetto europeo, semplicemente ne sono la demolizione. Proprio contro di essi è nato il sogno di Ventotene.
Davide Assael
(3 ottobre 2018)