…indifferenza
Spaventosa è la naturalezza con cui tante persone sono indifferenti alla sofferenza altrui esattamente nel momento in cui rivendicano la propria. È una tendenza che sembra impennarsi a tutte le latitudini in una logica di crescente tribalismo sociale e sia ben inteso nessuno può pretendere di essere automaticamente meglio degli altri. Secondo il poeta e saggista Charles Simic sono gli “specialisti dell’orgoglio etnico”, cioè i nazionalisti – o se si preferisce con un termine à la mode, sovranisti – i professionisti della rivendicazione del dolore subito dal proprio gruppo e dell’insensibilità totale per la sofferenza e la disumanità subita dalla parte avversa. L’indifferenza diventa, in alcuni casi, godimento sadico espresso pubblicamente senza alcun freno. Così ancora Simic nel volume “La vita delle immagini”, pubblicato pochi mesi fa in Italia da Adelphi, che raccoglie numerosi scritti in prosa dell’autore serbo-americano: “Mentre i generali tedeschi firmavano la resa, l’8 maggio 1945, il feldmaresciallo del Reich Wilhelm Keitel disse di essere rimasto orripilato dall’entità delle distruzioni inflitte a Berlino; al che un ufficiale russo gli domandò se aveva provato il medesimo orrore quando, per suo ordine, migliaia di città e villaggi sovietici erano stati annientati e milioni di civili, tra cui molti bambini, sepolti sotto le macerie. Keitel scrollò le spalle senza rispondere”.
Giorgio Berruto
(4 ottobre 2018)