JCiak – Il J’Accuse di Polanski
Il film di cui più si discute in questi giorni non è ancora stato girato. S’intitola J’Accuse, è un thriller storico basato sull’affaire Dreyfus e se non fosse perché a dirigerlo sarà Roman Polanski, sarebbe passato sotto silenzio. In tempi di #MeToo il nome del regista è però stato abbastanza da catapultarlo sotto il fuoco di fila delle polemiche. Inseguito dalla giustizia americana per la violenza su una tredicenne nel 1977 ed espulso a primavera dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, Polanski è da molti considerato la persona meno adatta a raccontare la tragedia del capitano Dreyfus, vittima innocente di un sistema malato di pregiudizio. E come non vedere, in questo J’accuse dallo schermo, una risonanza ambigua con il suo caso personale?
Il film, le cui riprese inizieranno a fine anno a Parigi, prende spunto dal thriller L’ufficiale e la spia di Robert Harris, autore del celebre Fatherland e di The Ghost da cui Polanski aveva tratto The Ghost Writer (2010) con Ewan Mc Gregor e Pierce Brosnan.
Harris narra la vicenda di Alfred Dreyfus, nel 1894 ingiustamente condannato per spionaggio ai danni della Francia, degradato e confinato per quattro anni all’Isola del diavolo dal punto di vista di Georges Picquart, ufficiale dell’esercito francese che non credendo nella sua colpevolezza inizia a indagare.
Il cast schiera un parterre di stelle, tutte d’oltreoceano: Louis Garrel nella parte di Dreyfus e in quella di Picquart Jean Dujardin (Oscar per The Artist). Insieme a loro, Mathieu Amalric, Olivier Gourmet ed Emmanuelle Seigner, la splendida attrice moglie di Polanski.
Polanski aveva annunciato il progetto del film, di cui Harris firma la sceneggiatura, già nel 2012 a Cannes. La storia di Dreyfus, aveva detto, è ancora di grande rilevanza in un mondo dove continua ad andare in scena “l’antico spettacolo della caccia alle streghe ai danni di una minoranza, la paranoia della sicurezza, i tribunali militari segreti, le agenzie di intelligence fuori controllo, le azioni di coperture dei governi e una stampa rabbiosa”.
Da allora il clima non è migliorato ma certo è cambiata la sua posizione di Polanski. J’accuse è il suo primo film nell’era del movimento #MeToo.
Per quanto il regista l’abbia liquidato in un’intervista una forma di “isteria collettiva”, la sensibilità è cambiata, come dimostrano la sua recente espulsione dall’Academy a lui definita “illegale” e i feroci commenti scatenati dall’annuncio delle riprese.
E il rischio che il J’accuse in difesa di Dreyfus diventi cassa di risonanza per il J’accuse di Roman Polanski è meno remoto di quel che sembra.
Daniela Gross
(4 ottobre 2018)