“Carabinieri romani deportati,
una memoria da onorare”
Oltre duemila furono catturati e inviati come prigionieri nei campi. Seicento circa non fecero ritorno a casa.
La deportazione dei carabinieri romani avallata dal maresciallo Graziani in persona è una vergogna a lungo rimossa, riscoperta soltanto di recente grazie al lavoro di alcuni storici. Il preludio al successivo rastrellamento antiebraico avvenuto all’alba del 16 ottobre. Con l’arresto dei carabinieri i nazisti rimossero infatti un potenziale inciampo, forse il più significativo, ai loro piani persecutori.
“A 75 anni da allora siamo qui riuniti per ricordare fatti a lungo passati nell’oblio. Un oblio da superare nel nome della correttezza storica e della coerenza intellettuale” ha sottolineato il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri nel corso della solenne commemorazione, avvenuta presso la caserma O. De Tommaso, con al fianco tra gli altri la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, la Presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, il rabbino capo rav Riccardo Di Segni (che ha letto il salmo 130) e Gianni Zarfati, coordinatore nazionale per la sicurezza delle Comunità ebraiche italiane.
Rivolgendosi agli allievi della caserma, Nistri ha detto: “Ricordiamo di fronte a voi perché portiate sempre nel cuore il sacrificio di chi seppe fare scelta giusta. Onorateli nel vostro servizio, per l’arma e per la patria”.
Ad essere ricordate, nel suo intervento, alcune figure eroiche che si distinsero nella lotta al nazifascismo. I carabinieri protagonisti delle Quattro Giornate di Napoli (“Un tutt’uno con il popolo” ha detto il comandante generale), ma anche Salvo D’Acquisto e i componenti dell’Arma che proprio nelle drammatiche ore di 75 anni fa diedero vita al fronte clandestino di Resistenza.
“Oggi – il messaggio della Presidente Di Segni – ci inchiniamo alla Memoria di tutti loro. A chi perse libertà e vita per rispondere a un ideale alto nella propria coscienza e a chi permise al paese di affrancarsi da un regime spietato scegliendo di opporvisi con ogni sua forza. Eroi silenziosi o sconosciuti che oggi ricordiamo nel clima di stretta collaborazione e amicizia che ci lega all’Arma, cui rinnoviamo la nostra più profonda gratitudine”.
(5 ottobre 2018)