La razzia del 16 ottobre 1943,
un film per non dimenticare

“La mattina del 16 ottobre mio padre si alzò per andare a lavorare ma verso le 5 arrivarono i tedeschi. Mia madre pensò che avrebbero preso solo gli uomini così scese di casa per avvisarlo. ‘Voi aspettate qui che avverto vostro padre’. Scese ma non risalì. Dalla finestra di casa, che dava su piazza Mattei, vidi che i tedeschi la caricavano su un camion. Corsi giù e le andai incontro. ‘Vattene’ mi diceva, ma io non me ne andai. Un tedesco se ne accorse e mi prese. ‘Ti avevo detto di andartene’, disse mia madre che poi in tedesco disse ‘nicht jude’ (non è ebreo). Fui spinto giù dal camion e continuai a camminare, senza voltarmi. Ad un certo punto salii su di un tram e dissi al bigliettaio ‘io so ebreo, me stanno a cerca i tedeschi’. Lui mi disse ‘mettiti qua vicino a me’ e poi mi diede mezzo sfilatino”. Per due giorni Emanuele Di Porto rimase su quel tram, dormendo alla stazione degli autobus la notte e poi riprendendo il giro con i macchinisti, al riparo dallo sguardo dei nazisti. Proprio quel tram e il racconto di Di Porto sono i binari su cui si incammina il racconto del film documentario La razzia – Roma, 16 ottobre 1943, che sarà presentato alla Festa del Cinema di Roma e alla Camera dei deputati il prossimo 20181010_12111816 ottobre. Pochi minuti della pellicola, diretta dal regista Ruggero Gabbai e scritto da Marcello Pezzetti e Liliana Picciotto, sono stati proiettati in anteprima nelle scorse ore alla Casina dei Vallati, sede della Fondazione del Museo della Shoah di Roma. Un’occasione per porre l’accento sull’importanza di questo lavoro, frutto della collaborazione tra varie istituzioni, come dimostra il tavolo degli intervenuti: oltre a Gabbai e Pezzetti, sono intervenuti il presidente della Fondazione del Museo della Shoah Mario Venezia, il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio, l’assessore alla scuola di Roma Capitale Laura Baldassarre, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, e i due testimoni del 16 ottobre 1943 Emanuele Di Porto e e Nando Tagliacozzo.