“Genova, siamo al tuo fianco” Una Giornata per la solidarietà
Solidarietà e cultura per guardare con fiducia al futuro. A distanza di due mesi dalla tragedia del ponte Morandi che ha segnato l’intera città, Genova si ritrova per un momento di condivisione e riflessione e per riscoprire una parte della sua identità grazie alla Giornata Europea della Cultura Ebraica. Dalla sinagoga del capoluogo ligure ha infatti preso il via la XIX edizione della Giornata con tema quest’anno Storytelling – Le storie siamo noi. Un appuntamento che nel capoluogo ligure si è aperto con la preghiera del rabbino capo della città rav Giuseppe Momigliano – introdotto dal presidente della Comunità ebraica di Genova Ariel Dello Strologo – in memoria delle vittime del crollo del ponte Morandi e dei loro famigliari: “Signore nostro D-o, ricordiamo oggi davanti a te le care persone, uomini donne e bambini, che hanno trovato morte prematura nella terribile sciagura del crollo del ponte Morandi avvenuta in questa città. Signore, padre pietoso, ricordati anche tu della tua clemenza, poni la loro parte fra gli spiriti beati che godono l’inesprimibile dolcezza e le gioie eterne della tua presenza, considera le opere buone che hanno compiuto, ogni parola di affetto e di pietà con cui hanno rallegrato un cuore umano. Il signore nella sua misericordia abbia compassione per i loro familiari e i loro cari, li sostenga e li conforti e li sollevi dalla loro afflizione. Possa essere questa sciagura fonte di un rinnovato spirito di compassione e generosità gli uni per gli altri; dall’impegno ad operare secondo principi di carità e giustizia possa scaturire un’azione condivisa per il bene di questa città e di tutti coloro che vi risiedono”. Un messaggio di unità condiviso dal sindaco di Genova Marco Bucci – “da occasioni come questa vogliamo parta un messaggio di futuro: ogni comunità è importante, la diversità è un valore per la città e insieme possiamo lavorare per costruire il futuro dei nostri figli” – e dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, che ha sottolineato come la scelta di Genova come città capofila della manifestazione sia stata fatta a giugno: “dopo il disastro avvenuto il 14 agosto scorso, ci siamo interrogati con attenzione ed in segno di rispetto, se confermare l’appuntamento, anche con un confronto con le Autorità locali, scegliendo di portare avanti questa direzione presa, proprio nello spirito di poter portare anche il supporto di tutte le 21 comunità ebraiche e l’ebraismo tutto, per guardare avanti con speranza. In questa giornata in cui Genova è impegnata anche a ricordare, ci uniamo alla città in un abbraccio e in un rispettoso omaggio alle vittime, ai feriti, a chi è restato senza la propria dimora, a coloro che sono restati più soli”. La presidente UCEI ha ricordato come la cultura sia un possibile strumento per dare speranza, per costruire futuro: “Proprio in ambito culturale l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità ebraica di Genova hanno voluto agire, – ha spiegato Di Segni – di concerto, avviando una raccolta fondi per dare un contributo per delle borse di studio, affinché alcuni ragazzi, figli delle vittime della tragedia del crollo del ponte, possano studiare. Abbiamo ritenuto di privilegiare questo aspetto, tra le tante necessità di chi è stato colpito, proprio per ripartire dalla cultura, nell’ottica di prestare una particolare attenzione al futuro, ai giovani, che sono il nostro domani”. Un futuro che Genova è impegnata a costruire e ricostruire, come ha sottolineato anche il presidente Dello Strologo che nel suo intervento è entrato nel vivo della Giornata – salutata anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, sottolineando la preoccupazione per il riemergere di razzismo e antisemitismo, ha auspicato che “i vostri racconti possano svolgere una decisiva funzione di memoria nella coscienza collettiva” – : “Raccontare, narrare è al contempo essere partecipi della creazione, costruire una realtà, costruire la propria identità”. Un elemento, ha spiegato il presidente della Comunità ebraica di Genova, proprio della storia ebraica. “Gli ebrei per secoli hanno portato con loro, al centro della loro esistenza, la parola, quella scritta, nel Tanakh, e quella orale, il diluvio di commenti, esegesi e riflessioni che hanno dato forma all’ebraismo, quello rabbinico, del quale noi oggi siamo eredi e continuatori”. Un argomento approfondito da rav Benedetto Carucci Viterbi, il cui intervento è stato molto applaudito dal pubblico presente. Tra gli esempi portati dal rav, l’Haggadah di Pesach (che narra l’uscita dall’Egitto del popolo ebraico): “un racconto che nasce dalla domanda del figlio al padre. Un racconto in cui c’è un legame relazionale, in cui esiste chi racconta e chi ascolta, un narratore e un destinatario. Con Pesach, non si sfugge né dalla domanda né dalla narrazione, che è fortemente educativa: ciascuno deve sentirsi come se fosse uscito dall’Egitto, e quindi non solo si racconta ma si rivive quell’esperienza”. L’identità ebraica, ha spiegato il rav, si costruisce attraverso la narrazione e l’ascolto: “Finché possiamo raccontare c’è salvezza, noi ci siamo e c’è qualcun altro, è questo è il senso dell’esistenza”. A concludere la prima parte della giornata genovese, – intervallata dalle letture di brani della tradizione ebraica a cura di Pietro Fabbri – la discussione sul palco tra la direttrice del Teatro Franco Parenti di Milano Andrée Ruth Shammah e la regista Miram Camerini, che hanno parlato di un tipo particolare di narrazione, quelle teatrale, e del suo intreccio con la cultura ebraica. Nel pomeriggio invece, l’inaugurazione al Museo ebraico della mostra “La razza nemica”, in occasione dell’ottantesimo anniversario delle Leggi razziste, con interventi di Danièle Sulewic, – che ha curato l’allestimento – del presidente del Museo della Shoah di Roma, Mario Venezia, e del curatore, Marcello Pezzetti. Poi la tavola rotonda sulla letteratura ebraica tra tradizione, modernità e lingua con Laura Salmon, Shaul Bassi e Sarah Kaminski, moderati da David Bidussa. A concludere la Giornata, l’intervento di rav Momigliano. Ultimo appuntamento (ore 20.30), al Teatro della Tosse lo spettacolo “Il violinista sul tetto”, basato sulle storie di Sholem Aleichem.
Daniel Reichel