La Giornata a Torino
“Narrare per incontrarsi”
Al via l’edizione torinese della Giornata della Cultura Ebraica, quest’anno dedicata allo storytelling, al ruolo che i narratori e le molteplici modalità di narrazione hanno rispetto alla conoscenza del “diverso”, alla diffusione delle culture di minoranza e al dialogo inter-religioso.
Ad aprire i lavori il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni: “La Giornata Europea della Cultura Ebraica viene in questi anni ad assumere un ruolo tutt’altro che convenzionale nel panorama socio-politico in cui siamo immersi. Basta guardarsi attorno: l’antisemitismo purtroppo non è più una realtà residua e marginale come ottimisticamente pensavamo sino a qualche anno fa; oggi è di nuovo un fantasma inquietante e palpabile, più che mai multiforme diffuso e operante. Ed ecco allora che l’interesse squisitamente culturale e l’impulso a cercare nel mondo ebraico una fonte essenziale dell’uomo del XX-XXI secolo si affiancano a un’esigenza più pressante, quella di diffondere conoscenze autentiche al di là degli stereotipi, con il preciso intento di offrire una testimonianza efficace e precisa di ciò che l’ebraismo è come religione o meglio come modo di vita, contrapponendo la sua positiva visione del mondo alle mitologie negative generatrici dell’antisemitismo e dei razzismi in genere”.
L’edizione del 2018 pone così al centro la componente narrativa dell’ebraismo e lo strumento del racconto declinato in termini pedagogici e didattici. “Il narrare”, commenta Disegni, “è infatti un atto molto presente e rilevante nella tradizione ebraica, tanto che nel Talmud si può leggere che a volte le storie sono più importanti delle leggi, perché possono trasmettere i messaggi in maniera semplice e facilmente intellegibile da tutti”.
L’arte del racconto si pone quindi al servizio della comprensione, una comprensione che non passa attraverso la semplificazione, ma semmai attraverso canali e codici differenti che si adattano a seconda del destinatario, del pubblico, del singolo.
Due le modalità narrative indagate nel corso della giornata, il racconto da un lato e il canto dall’altra, a cui vengono dedicati due momenti: “Gli Ebrei, l’Ebraismo e il “raccontare storie”: dal Midrash alla Haggadah”, una lezione tenuta dal Rabbino Capo Ariel Di Porto e dalla professoressa Anna Segre che definiscono due aspetti essenziali della narrativa ebraica: il Midrash, la breve storia esemplare densa di significati e insegnamenti che alimenta la tradizione ebraica, e la Haggadah di Pesach, il racconto generazionale della liberazione dalla schiavitù d’Egitto, ricco di un valore paradigmatico nel suo stesso modo di narrare/rivivere. A chiusura della Giornata saranno Ayelet Lagorio e Tommy Schwarcz a coordinare “Raccontare, contare, cantare”, uno spettacolo narrativo sulle molteplici dimensioni del racconto, veicolo dei valori e dei principi dell’ebraismo.
Presenti all’apertura dei lavori l’Assessore del Comune Marco Giusta in rappresentanza della Sindaca, che ricorda come la Giornata si leghi al più ampio filone delle molte manifestazioni che interessano la città, accomunate dall’elemento dell’intercultura, tutte occasioni in cui le comunità riescono a raccontare se stesse. Presente anche
il nuovo Comandante Prov. dei Carabinieri Col. Rizzo, accanto a Giampiero Leo per il Comitato Diritti Umani della Regione, che parla di “centralità del senso della parola, su cui le narrazioni si fondano”. Il saluto anche di Davide Ricca presidente della Circoscrizione 8, area della città in cui rientrano gli stessi locali della Comunità ebraica torinese. Breve commento anche del Presidente del Comitato interfedi, Valentino Castellani: “Se la democrazia è il luogo del dialogo, lo strumento del dialogo è la parola . Oggi assistiamo ad un imbarbarimento delle parole, un imbarbarimento senza la forza del dialogo”. Da qui l’importanza della parola incanalata in forme narrative.
Alice Fubini
(14 ottobre 2018)