Inail, un silenzio imbarazzante

inailSono settimane fitte di iniziative e impegni, di commemorazioni e di assunzioni di responsabilità, che stanno portando l’intero paese a riflettere sugli 80 anni dalla promulgazione delle Leggi razziste e sui loro drammatici effetti. Tuttavia alcune resistenze e silenzi suscitano più di un interrogativo.
A sollevare un caso piuttosto eclatante è lo studioso Amedeo Osti Guerrazzi, che in un intervento pubblicato sul quotidiano La Stampa sabato scorso ricorda l’espulsione di un alto dirigente dell’Inail, l’ebreo romano Aldo Fuà, messo alla porta con l’entrata in vigore dei provvedimenti. Una realtà con cui l’istituto ancora oggi sembra non voler fare i conti.
Sottolinea lo studioso: “In occasione dell’ottantesimo anniversario, numerosi enti stanno contribuendo con iniziative importanti, come l’Ordine degli Avvocati e il Consiglio Superiore della Magistratura. Non altrettanto ha fatto l’Inail. Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche in Italia, ha sollecitato più volte la presidenza dell’Istituto, così come il nipote dell’avvocato Fuà, Dario Coen, tuttavia ogni richiesta di colloquio, o di riflessione comune, è andata a vuoto. Ed è un peccato. A prescindere da ogni considerazione morale, una presa di coscienza, dopo tutti questi anni, forse dovrebbe essere non solo opportuna, ma necessaria.

(15 ottobre 2018)