Il comunismo ci salverà
Negli ultimi giorni (NYT 5/10/2018, p. 1 ss.) Yue Xin è stata arrestata, Yu Juncong anche e con loro molti altri comunisti, dalle forze dell’ordine della Repubblica Popolare Cinese, la cui Costituzione, all’articolo 1, dispone che la RPC è uno Stato socialista soggetto alla dittatura democratica del popolo condotta dalla classe lavoratrice e basata sull’alleanza fra lavoratori e contadini. Nella mia attività (diciamo), ho incontrato numerose delegazioni cinesi, anche se dal dialogo non sono scaturiti, sicuramente per mia pochezza, dei risultati concreti. Fra l’altro, mi formulavano, negli anni, sempre le stesse domande, portandomi ad ipotizzare, sulla scia dei sottoposti di La Palice, che la scrittura fosse stata inventata per supportare le funzioni mnemoniche. Naturalmente, non posso che riconoscere gli immensi progressi fatti dalla RPC assieme alla bontà della loro scelta di impegnarsi per diventare anche degli abili commercianti, perché è sempre meglio commerciare che litigare. Sta di fatto, però, che sono dei concorrenti e, in quanto tali, è lecito cercare di batterli sul loro campo così com’è altrettanto lecito guardare ai loro sviluppi per tentare di capire se ne discenderanno delle ripercussioni sul teatro europeo.
Ne consegue che alle loro discese ardite potrebbero far seguito delle risalite del comunismo, il quale, come storia insegna, renderebbe la Cina meno simile a noi e più simile a quella di Mao Zedong. In tal caso, il problema della concorrenza, senza altro intervento che quello di un imbarazzante tifo, volgerebbe a nostro favore. Potremmo far resuscitare le nostre industrie scomparse e ridare fiato al commercio, all’insegna di “make Europe great again”. Il populismo e le antipatie etniche finirebbero d’incanto, come nel boom, e le discussioni più aspre riguarderebbero il modello di yacht da scegliere e l’executive jet più veloce. Inoltre, Milan e Inter potrebbero risentirne, e questo per un romanista è musica celestiale.
È per questa ragione che ho distribuito ai miei vicini il Libro delle Guardie Rosse, dove si spiega che il nucleo dirigente della nostra causa è il Partito comunista cinese e che il fondamento teorico in base al quale si orienta il nostro pensiero è il marxismo-leninismo. Ho aggiunto una mia postilla, dove spiego che il comunismo ci salverà. Mi domando soltanto se, dinanzi a cotanta chiarezza, fosse proprio necessario da parte mia siffatto ulteriore chiarimento.
Emanuele Calò, giurista
(16 ottobre 2018)