LETTERATURA Ben Gurion sbaglia la profezia nella tipografia dei pionieri sionisti
Aharon Reuveni / IN PRINCIPIO, CONFUSIONE E PAURA / Einaudi
È straordinaria, la galleria di personaggi che il lettore incontra e pian piano conosce come un parente prossimo, come un amico fidato, nel primo romanzo della trilogia su Gerusalemme pubblicata da Aharon Reuveni nel 1919, della quale esce ora in traduzione italiana la prima parte, con il titolo In principio, confusione e paura (nella traduzione dall’ebraico di Luca Colombo). Volti e storie si avvicendano in queste pagine, creando un affresco che non ha nulla di statico: tutto è sempre in movimento, tutto sta cambiando. Quando in Europa scoppia la Prima Guerra Mondiale, infatti, il progetto sionista sta prendendo forma, è carico di ideali e slancio attivo. Ma è chiaro sin dall’inizio che quanto sta succedendo al di là del Mediterraneo cambierà ben presto e radicalmente le cose in Palestina, che a quell’epoca è ancora una pigra e marginale provincia del grande Impero Ottomano: ha i giorni contati. Le cose sono come sempre ancor più complicate per gli ebrei, i sionisti che, provenendo in gran parte dalla Russia, sono automaticamente diventati cittadini di un paese nemico. Che fare, dunque? Non bastavano i problemi interni al movimento di risorgimento nazionale ebraico, a rendere la vita una faccenda complicata? Come spesso è capitato negli ultimi duemila anni, i figli d’Israele si trovano di fronte alla necessità di prendere decisioni difficili. Alcuni di loro lasciano il paese. La maggioranza decide di restare, di stare a vedere che succede. Nel frattempo, si lavora, si discute. Il protagonista del romanzo di Reuveni, ad esempio, si chiama Aharon Tziprovitch, lavora in una tipografia ebraica che pubblica a Gerusalemme un giornale sionista-socialista. Lui sarebbe anche «intellettualmente dotato», ma si tiene sempre in disparte, durante le discussioni dei veri sionisti. È una creatura che ha fatto della marginalità la propria cifra esistenziale. Assiste al crescere dell’incertezza per tutti: la guerra in Europa imperversa, presto tutto cambierà anche a Gerusalemme e nel mondo ebraico di Palestina. Ma, come tanti altri eroi della letteratura ebraica e contemporanea, anche Aharon preferisce, o meglio si trova costretto, a stare in disparte dalla grande storia, e provare a tirare avanti. Già è difficile così, con tutte le avversità che lo incalzano, e poi ci si mette pure una fidanzata che si chiama Menia, è infermiera di mestiere ed è fin troppo determinata. Lei sì che sa quello che vuole. Ma In principio, confusione e paura è tutt’altro che un romanzo esistenziale. Reuveni ha un talento straordinario nel narrare sempre un mondo e mai soltanto dei personaggi. E così, proprio come Aharon dal suo loculo-ufficio, anche noi finiamo per trovarci in quella posizione appartata che se per il nostro eroe (si fa per dire) è la macchia di un’emarginazione sociale e culturale, per il lettore diventa uno sguardo privilegiato su quel mondo fatto di ideologi e utopisti, strateghi e rivoluzionari. Molti dei personaggi che compaiono in tipografia, che vanno e vengono per Gerusalemme, sono ispirati quando non calcati su figure storiche: Ghivoni, ad esempio, è Ben Gurion, che propugna la necessità di una «Turchia forte perché solo all’interno di un grande Impero ottomano, che comprende al suo interno molti popoli, tribù, ed etnie, c’è posto anche per noi e per il nostro futuro». Di lì a poco la storia gli darà torto, ma qualcuno dei suoi colleghi lo attacca già qui nel romanzo, dove tutto è sapientemente giocato fra l’atmosfera fumosa e angusta della tipografia e gli spazi aperti di Gerusalemme. Reuveni sarà davvero una scoperta per il lettore italiano, anche per quello più in confidenza con la grande letteratura ebraica contemporanea, da Agnon ad Amos Oz e Etgar Keret. Nato in Ucraina nel 1886, Reuveni ebbe una vita alquanto movimentata, se non altro in senso geografico: deportato in Siberia dalle autorità zariste, riesce a un certo punto a fuggire in Giappone. Viaggia a lungo per l’Estremo Oriente, per qualche mese fa il traduttore alle Hawaii. Approda in Palestina nel 1910. Inizia a scrivere durante la Grande Guerra, è da subito attivo nel movimento sionista, ma quasi sempre entra in conflitto con il pensiero dominante. Tuttavia non si può non definirlo uno dei padri della patria, tanto in senso letterario quanto in quello politico. Suo fratello Ben Tzvi diventerà il secondo presidente dello stato d’Israele. In Principio, confusione e paura è in sostanza una lettura imprescindibile per chi vuol capire quella storia, politica e intellettuale. E’ prima ancora, un romanzo avvincente e malinconico, pieno di vita.
Elena Loewenthal, La Stampa ttL, 13 ottobre 2018