“Anche mio nonno è stato ucciso, ma il responsabile è il tuo…”
“Gentile Alessandra Mussolini, leggo sul tuo profilo l’intenzione di querelare chi offenda la memoria di tuo nonno. Ti capisco benissimo: tuo nonno è stato ammazzato, non l’hai potuto conoscere, e te ne dispiace; e vuoi difenderne la memoria. È comprensibilissimo, e anche giusto direi in una qualche misura. Mi permetto di darti del tu perché in questo siamo simili: anche mio nonno è stato ammazzato, anche io non ho potuto conoscerlo, anche a me dispiace. Anche io voglio difenderne la memoria. Solo che il responsabile della morte del mio, di nonno, è il tuo”. È l’incipit del post scritto da Enrico Fink, già consigliere della Comunità ebraica di Firenze e direttore artistico della manifestazione Balagan Cafè, in risposta alle deliranti affermazioni di Alessandra Mussolini, che ha minacciato di denunciare “per apologia di antifascismo” gli autori delle offese indirizzate sui social e in tv al nonno Benito Mussolini. Migliaia le condivisioni sui social per il commento di Fink, – ripreso anche da Repubblica – tra i tanti che hanno risposto virtualmente alla Mussolini. “Mio nonno e 10 persone della famiglia di mio padre, anziani e bambini, sono stati arrestati dalla polizia repubblichina italiana, sotto gli ordini firmati dal tuo nonno, imprigionati a Fossoli, poi consegnati ai nazisti e spediti ad Auschwitz da dove non sono più tornati. – ricorda Fink – Quindi, capirai bene che, pur rispettando le tue legittime opinioni, io non possa avere altra idea che questa: tuo nonno è stato un criminale, una vergogna per il genere umano”. ” Se ritieni di querelarmi sarò ben felice di spiegarmi meglio in tribunale: ma credo tu sappia bene che ho buoni argomenti, e come me li hanno tanti di quelli che vorresti querelare”.