SAGGISTICA In guerra con la pace

warRonan Farrow / WAR ON PEACE / Norton & Company

Nella vulgata, il diplomatico è spesso descritto come un bugiardo. Ad esempio è attribuita a Cavour – accusato a sua volta da Mazzini di essere un bugiardo – la frase: “Ho scoperto il modo di ingannare i diplomatici. Io dico la verità, e loro non mi credono mai”. Per lo scrittore americano Ambrose Bierce la diplomazia è “la patriottica arte di mentire per la propria nazione” (Il dizionario del diavolo, 1948). Una tesi diffusa ma contesta in modo puntuale nel libro del giornalista premio Pulitzer Ronan Farrow War on Peace: The End of Diplomacy and the Decline of American Influence (che in Italia uscirà per Solferino Libri). Secondo Farrow questa idea di denigrare il ruolo della diplomazia ha danneggiato e ancora oggi danneggia la politica internazionale e in particolare la posizione degli Stati Uniti nel mondo. Sono stati i diplomatici, sostiene in questo resoconto in cui intervista tutti gli ex segretari di Stato Usa ancora in vita, che hanno reso possibile la pace tra le nazioni. La guerra è ciò che accade quando la diplomazia non viene presa sul serio. Il ricorso a soluzioni militari costituisce una “guerra alla pace” e gli Usa, scrive il giornalista, da tempo hanno intrapreso questa strada. “Gli Stati Uniti sono diventati una nazione che non ha negoziatori o peacemaker in molti paesi del mondo e in questi luoghi abbiamo scelto di sparare prima e fare le domande dopo, o a volte senza farle affatto” afferma Farrow, secondo cui Washington, ben prima che vi si insediasse Donald Trump, ha preferito la via militare e messo progressivamente in secondo piano la possibilità di agire attraverso la diplomazia. “Le alleanze militari hanno eclissato la diplomazia civile che una volta li controbilanciava, con risultati disastrosi” si legge nel libro, la cui prima parte è dedicata all’esperienza personale dell’autore all’interno del Dipartimento di Stato e in particolare come collaboratore di Richard Holbrooke, diplomatico americano considerato tra le pedine fondamentali per il raggiungimento della pace nell’ex Jugoslavia. L’altra parte del libro è dedicata a un’analisi dell’evoluzione della diplomazia americana fino all’arrivo di Trump. Qui si apre un’interessante finestra grazie all’intervista che Farrow riesce ad ottenere da Rex Tillerson, il primo segretario di Stato Usa dell’era Trump, licenziato dopo pochi mesi. Tillerson racconta del caos interno alla Casa Bianca e soprattutto dei tagli operati alla Segreteria di Stato: un salto ancora più ampio nello smontare il corpo diplomatico americano. “Il punto – afferma Farrow – non è che le vecchie istituzioni della diplomazia tradizionale possono risolvere le crisi di oggi. Il punto è che stiamo assistendo alla distruzione di queste istituzioni, con poca attenzione nell’idearne di nuove che possano sostituirle”.

Daniel Reichel, Pagine Ebraiche, ottobre 2018