Il no di Milano ai neofascisti, stop al raduno al Campo X
Il nuovo prefetto di Milano Renato Saccone ha confermato il divieto di raduni politici nei cimiteri. Lo ha fatto nel giorno in cui i soliti nostalgici del fascismo vogliono riunirsi al Campo X del cimitero Maggiore milanese. “Il questore prenderà i provvedimenti conseguenti e qualsiasi comportamento che non rientri nella regola sarà denunciato all’autorità giudiziaria”, spiega il prefetto al termine della riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza. Una scelta condivisa dopo l’appello del sindaco Beppe Sala e dell’Anpi, anche se la Regione non ha partecipato al vertice. L’estrema destra però minaccia di sfidare i divieti, racconta Repubblica, mentre il Giornale è dalla parte dei nostalgici. “Attenti al fascista che è in noi”, avvertono Michela Murgia e Helena Janczek (Repubblica).
Il Memoriale di Auschwitz e la denuncia alla neofascista. I rappresentanti del Memoriale di Auschwitz hanno presentato un’esposto all’ufficio del procuratore in Polonia per denunciare la neofascista che a Predappio ha indossato la vergognosa maglietta con su scritto Auschwitzland. Il caso, riporta Repubblica Bologna, “riguarda due aspetti in particolare della vicenda, cioè la promozione dell’ideologia nazista, quella che trova un corrispondente in Italia nell’apologia di fascismo, e l’offesa al memoriale di Auschwitz che è monumento nazionale in Polonia”. Al caso fa riferimento anche un editoriale di Enrico Franco, direttore del Corriere Bologna: editoriale che parla del legame tra il mondo ebraico e l’Emilia Romagna.
Livorno, il risarcimento negato a vittima delle Leggi razziste. La Nazione riporta la notizia della decisione della Corte dei Conti di ribaltare in appello la sentenza che aveva garantito a un livornese di 74 anni la concessione dell’assegno di benemerenza in quanto vittima del nazifascismo. “La soggezione alle leggi antiebraiche non è sufficiente alla concessione automatica dell’assegno di benemerenza. Assegno previsto per quei cittadini ebrei italiani, in età pensionabile (65 anni), che siano stati perseguitati dalla legislazione antiebraica dal 1938 al 1945. Era una condizione comune a tutti i cittadini di origine ebraica”, scrivono i giudici della Corte di Roma. “La famiglia del mio assistito era fuggita da Livorno – racconta l’avvocato Claudio Borghi – e la madre era incinta. È nato pochi giorni prima della liberazione di Volterra dove si erano rifugiati per raggiungere l’ospedale. Una nascita in condizioni precarie, il bambino è stato subito nascosto con la famiglia perché c’era il concreto pericolo che venissero scoperti e deportati in Germania. Il giudice di primo grado aveva riconosciuto la natura persecutoria quando c’era la reale esigenza di nascondere il piccolo nei sotterranei dell’ospedale per sottrarlo alle violenze nazifasciste, alle stragi”.
Viaggio nella Grande Russia. “Diecimila chilometri, otto fusi orari, sette città, undici notti in treno, di cui sette in vagoni di terza classe con 52 sconosciuti, e quattro in intimi scompartimenti di seconda da condividere con altri due viaggiatori. Nell’uno e nell’altro caso, niente docce. A un primo impatto potrebbero non sembrare gli ingredienti di una luna di miele da sogno”. Così inizia il reportage firmato da Rossella Tercatin sul Corriere 7, che racconta il suo viaggio di nozze lungo la Transiberiana, da San Pietroburgo a Vladivostok, fotografando la realtà del paese e riportando alla luce la storia della presenza ebraica in Russia.
Roma, il ministro Trenta al Tempio Maggiore. “È nell’ignoranza che si cementano gli odi e i sospetti. È nell’indifferenza etica che crescono i pregiudizi.E nella perdita dei valori della libertà e della tolleranza che si originano nuove violenze”. Così, ieri, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta al Tempio Maggiore per l’omaggio ai soldati ebrei italiani della prima guerra mondiale (Messaggero Roma).
Israele e il Dialogo. Sul Corriere della Sera, in un articolo a firma di Marco Garzonio, si parla di un viaggio di studio in Israele il cui tema era “Sulle orme di Carlo Maria Martini”. “Un viaggio in Israele può essere scuola di vita per districarsi in quanto accade”, scrive Garzonio e cita le parole del cardinale Martini: “Questo è un Paese dove si dialoga molto, nonostante conflitti e apparenze”. Viene poi ricordata l’amicizia tra Martini e rav Giuseppe Laras che “volle far memoria del cardinale intestando a lui un bosco in Galllea, là dove la predicazione di Gesù prese le mosse. L’amicizia umana e religiosa tra rabbino e cardinale è seme di germogli”, afferma Garzonio, spiegando che durante questo viaggio israeliano è stato piantato un ulivo con la collaborazione del Keret Kaymeth LeIsrael.
La storia di Villa Giorgina. Oggi sede della Nunziatura apostolica e in questi giorni al centro delle cronache per il ritrovamento di ossa umane forse appartenenti a Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, Villa Giorgina a Roma ha una storia legata al mondo ebraico, racconta il Corriere Roma oggi. A commissionarne la costruzione, Isaia Levi, presidente della casa editrice Zanichelli e fondatore della ditta Penne Aurora. Fu un convinto fascista, riporta il Corriere, e “riuscì a farsi dichiarare dal governo ‘non ebreo’ continuando così nel suo percorso di industriale”. “Se la sorte lo favorì da un lato, lo colpì dall’altro. La bambina avuta dalla moglie Nella Coen, Giorgina, fu colpita da una leucemia che gliela portò via lasciandolo in uno straziante vuoto portato nel cuore per il resto della sua vita”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked