La commemorazione in sinagoga
“Niente zone grigie sull’odio”
Non sono passati molti mesi da quando in sinagoga leadership comunitaria, iscritti e istituzioni si ritrovarono in numero significativo per ricordare Mireille Knoll, l’anziana donna francese uccisa dai suoi vicini di casa islamici nell’ennesimo episodio di violenza antisemita in Europa e per ribadire un fermo rifiuto dell’odio strisciante.
Il Tempio Maggiore di Roma, come diverse altre sinagoghe italiane nei giorni precedenti, ha ospitato ieri un nuovo momento di raccoglimento e preghiera. L’odio è tornato a colpire, non più in Europa ma negli Stati Uniti, e questa volta nelle fattezze di un estremista di destra che ha portato la morte in una sinagoga conservative di Pittsburgh.
“Siamo qui per testimoniare ai nostri fratelli il nostro dolore e la nostra commozione” ha sottolineato la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, rivolgendosi alla platea (in sinagoga, tra gli altri, il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani). “Su razzismo e antisemitismo non possono esistere zone grigie” ha poi esortato, chiamando tutta la società a una presa di posizione forte in ragione di un odio che cresce e che spesso sfugge al controllo come nel caso di web e social network.
“Sappiamo bene cosa significa un attentato del genere, che conseguenze ha nella vita di una comunità” la riflessione del rabbino capo rav Riccardo Di Segni, che ha ricordato con queste parole l’attentato al Tempio Maggiore del 1982. “Se gli ebrei non sono tranquilli, vuol dire che il mondo non può essere tranquillo” ha poi aggiunto il rav. Mentre, a proposito di alcune laceranti contrapposizioni interne al mondo ebraico dopo i fatti di Pittsburgh, ha parlato di “polemiche fuori luogo”.
Commosso l’ambasciatore americano Lewis Eisenberg, che si è rivolto con gratitudine ai molti presenti e invitato alla coesione, alla condivisione di valori e ideali alti, come più efficace risposta all’odio.
Sottolinea in una nota Lisa Lisa Palmieri-Billig, rappresentante in Italia e presso la Santa Sede dell’American Jewish Committee: “Sentiamo quanto mai necessario in questo momento storico la presenza accanto al mondo ebraico di tutte le forze del mondo civile e democratico, per una azione che sia veramente definitiva ed efficace contro atti che trovano espressione nella follia di un singolo, il quale rappresenta sempre la punta emergente di un diffuso razzismo e malessere dell’attuale politica”.
(2 novembre 2018)