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Due sono gli episodi simbolo della parashà di Chayè Sarà. Abramo, tornando dal Sacrificio – non sacrificio – di suo figlio Isacco, trova Sara morta. Si adopera nel miglior modo possibile per darle una sepoltura, degna della tradizione abramitica, in un campo dove non ci siano salme appartenenti ad altre tradizioni religiose. Egli è disposto a pagare una somma di denaro elevatissima per ottenere tutto ciò, creando la prima istituzione di un cimitero ebraico.
Dopo aver adempiuto a questa mitzvà, si dedica con tutta le sue forze a cercare una moglie per Isacco, mettendo a disposizione per questo, gran parte del suo patrimonio. Questi due quadretti di vita prettamente ebraica, vogliono insegnarci quei due principi istituzionali per cui un ebreo è disposto a dare tutto ciò che ha: la garanzia di una sepoltura ebraica e una donna ebrea per i suoi figli.
Questo per testimoniare la presenza ebraica nel passato – attraverso il cimitero – e la garanzia di una vita ebraica nel futuro – attraverso l’istituzione della famiglia e della trasmissione delle tradizioni del nostro popolo.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

(2 novembre 2018)