Fiorentini, i 100 anni del partigiano
Aria di festa domenica mattina al Museo Storico della Liberazione, a via Tasso a Roma. Ospite d’onore Mario Fiorentini, matematico e gappista, che il 7 novembre compie cent’anni. Intorno gli si sono stretti vecchi partigiani e anche giovani venuti ad ascoltare le storie di Mario Fiorentini, uno dei gappisti di via Rasella e animatore indefesso delle attività antifasciste a Roma in quei giorni bui del ’43 e del ’44. Col nome di battaglia Giovanni, Mario Fiorentini allora venticinquenne resse le fila di una brigata partigiana e del Gap Gramsci. Con lui Lucia Ottobrini, allora diciannovenne, che prese il nome di Maria, lo stesso nome della madre di Fiorentini che col padre Pacifico erano stati rastrellati dai nazifascisti il 16 ottobre. Quel giorno il giovane Fiorentini, figlio di un padre ebreo, sfuggì alla cattura scappando per i tetti, i suoi genitori riuscirono poi fortunosamente a salvarsi dalla deportazione nei campi di sterminio. Sono i ricordi che domenica Fiorentini ha condiviso a più riprese con le persone venute a festeggiarlo nelle sale grigie del museo di via Tasso. Lucia Ottobrini, sua compagna nella vita, non c’è più dal settembre del 2015. Era la loro la prima coppia che si era formata allora nei ranghi dell’antifascismo militare, nel ’43, poi poco dopo furono seguiti da quella di altri due celebri gappisti, Carla Capponi e Rosario Bentivegna, loro compagni in quell’attentato di via Rasella e sul successivo eccidio delle Fosse Ardeatine su cui è corso tanto inchiostro. Mario Fiorentini si anima ancor oggi alla menzione delle falsità dette su via Rasella, come quella dell’annuncio via radio a consegnarsi, un falso che continua ad essere rilanciato di quando in quando approdando anche sui libri di importanti conduttori televisivi. C’era una guerra, ricorda Fiorentini, e noi cercavamo di dare il nostro contributo in una Roma che registrò allora molte azioni antifasciste contro i nove mesi dell’occupazione nazista..
Paolo Brogi
(5 novembre 2018)