Oltremare – Spiaggia
La spiaggia che va da Ashdod ad Ashkelon è uno di quei luoghi che se avessi continuato a vivere la mia tranquilla vita telavivese non avrei probabilmente mai conosciuto. E sarebbe stato un peccato, perché Nitzanim contiene tutto quello che una persona sana può desiderare da una spiaggia, e cioè pochissimo. Nonostante in Israele tutto sia piccolo e il paese dia l’impressione di essere fortemente sovrappopolato, qui sembra di essere in una specie di oasi, anche grazie alla riserva naturale che in qualche maniere si è riusciti a mantenere fino ad oggi, che copre di dune e vegetazione selvaggia i due lati della stradina a linea retta che porta dall’ultimo incrocio con la statale quasi fino alla spiaggia. E una volta che si è con i piedi in acqua, tutto quello che si vede guardando verso terra sono appunto dune e ciuffi di vegetazione sparpagliati. Guardando verso nord si vede il porto di Ashdod, e a sud le alte ciminiere di Askelon. La sabbia è chiara e sottile, pochi pescatori tendono le canne da pesca, famiglie arrivano con piccoli frigo da cui escono interi banchetti, sportivi corrono, o fanno windsurf o nuotano. C’è un piccolo bar da spiaggia, aperto solo nei (molti) mesi estivi, che incredibilmente non disturba con musica assordante. E c’è il bagnino, imperticato sulla sua casetta sopraelevata, che non ho mai una volta sentito gridare, né a voce né con il megafono. Non esistono giocatori di matkot, il tennis da spiaggia che imperversa a Tel Aviv e fa da colonna anti-sonora lungo tutta la città. Sarebbe insomma un paradiso perfetto, se solo al bar di cui sopra facessero un caffè almeno decente. Ecco, il bello di Israele è che c’è sempre qualcosa da perfezionare. Il paese è giovane, rimboccarsi le maniche e lavorare.
Daniela Fubini
(5 novembre 2018)