Milano – Leggi ’38, i diritti negati
Nel 1938, dopo avere teorizzato e praticato un sistema di separazione razziale nelle colonie africane negli anni precedenti, il regime fascista decretò che la “razza italiana” doveva proteggersi dalla contaminazione con la “razza ebraica”, classificata – con l’ausilio della “scienza” – come irrimediabilmente inferiore. Dal balcone di Piazza Unità, Mussolini annunciò l’infamia delle Leggi razziste, innescando una spirale che porterà alla sistematica discriminazione degli ebrei italiani e aprirà la strada alla persecuzione e allo sterminio. Negli ottant’anni da quell’evento, l’Associazione Romano Canosa per gli studi storici rievoca e ripercorre alcune tappe di quella spirale con una giornata di studio domani pomeriggio alla Società Umanitaria in via San Barnaba. Un evento – dal titolo Leggi razziali 1938. Tra società e diritto – organizzato nella convinzione che la Shoah, al di là della sua eccezionalità, abbia un messaggio universale che oggi parla a un’Europa percorsa da nuove pulsioni razziste e dalla paura di dare rifugio a chi fugge dalle guerre o cerca salvezza. Coordinati da Andrea Rapini (Università di Modena e Reggio Emilia) interverranno: Marie-Anne Matard-Bonucci (Università Parigi 8) sui matrimoni misti nella legislazione italiana e francese; Alessandro Somma (Università di Ferrara) sul ruolo dei giuristi nel legittimare il concetto di razza in Italia e Germania; infine Ferruccio De Bortoli (giornalista) sull’uso e l’abuso della Memoria ai tempi dei social networks.