Chi boicotta la pace
Il programma European Parliament’s Young Political Leaders, come gli altri anni, ha indetto un incontro per il prossimo dicembre che coinvolgerà israeliani e palestinesi. Come si legge sul sito del programma, YPL è un’iniziativa del Parlamento europeo destinata a promuovere il dialogo e la comprensione tra i futuri leader al di fuori dell’Europa, soprattutto quando provengono da zone di conflitto, come mezzo per contribuire alla pace a lungo termine. Non so se questo progetto – sconosciuto per me fino ad adesso – potrà dare qualche frutto in un modo o nell’altro, ma certo non pensavo che qualcuno potesse osteggiarlo. Invece il movimento BDS, e le organizzazioni ad esso correlato, tramite un comunicato hanno invitato tutti i partecipanti palestinesi a non partecipare, poiché altrimenti sarebbero complici di ciò che loro chiamano “normalizzazione” di Israele (o del conflitto? Non è chiaro visto che i termini nella loro retorica sono sempre associati).
Il comunicato continua sostenendo che il conflitto deriva “da una barriera psicologica che potrebbe essere eliminata dal dialogo congiunto tra due parti uguali, che questo programma cerca di sostenere, e rientra nella definizione di normalizzazione, un atto respinto dalla società civile palestinese”. Il linguaggio è raffazzonato e non è di facile comprensione, ciò che invece è evidente ancora una volta, è che il movimento BDS, come del resto Hamas, teme e si oppone strenuamente al dialogo tra israeliani e palestinesi. La pericolosità di tale soggetto dunque sta, tra l’altro, nel non desiderare nessun futuro di pace tra le due parti, nel non proporre nessuna alternativa che non sia lo scontro e l’eliminazione dell’avversario.
Francesco Moises Bassano