Al Franco Parenti di Milano
L’importanza di scoprire l’altro

Una prolungato applauso a dimostrazione di un appuntamento riuscito. Al Teatro Franco Parenti il primo dei dieci incontri “L’ebraismo, una chiave di lettura del mondo”, inserito nel calendario degli appuntamenti di Bookcity Milano, ha raccolto un numeroso pubblico, segno del vivo interesse dei milanesi per conoscere la prospettiva ebraica sulle tematiche legate all’attualità. “L’ebraismo è una realtà che vive e che lotta per se stessa e allo stesso tempo affinché ci siano sempre culture di minoranza all’interno della società. Le società in cui non c’è spazio per il confronto sono destinate alla distruzione”, ha ricordato rav Roberto Della Rocca, protagonista della prima lezione nonché responsabile del progetto al Parenti. “L’importante è farsi le domande giuste. E l’ebraismo aiuta a farlo”, ha sottolineato in apertura Andrée Ruth Shammah, direttore del Teatro, nello spiegare l’obiettivo del ciclo di incontri che andranno avanti per altre nove domeniche – fino al 28 aprile – toccando diversi argomenti (il 25 novembre si parlerà del ciclo della vita ebraica assieme alla regista Miriam Camerini).
Tanti gli spunti presentati al pubblico da rav Della Rocca, incentrati sul tema dell’identità e del rapporto verso l’altro.“In ebraico fratello si dice Ach, altro Acher, mentre responsabilità si dice Achraiut. Dove ci porta questo viaggio semantico che è poi un viaggio identitario? Ad avere la consapevolezza che il rapporto con l’altro, con la fraternità, deriva da un senso di responsabilità”, ha sottolineato il rav, ricordando anche il ruolo di “altro” dell’ebraismo all’interno della storia dell’umanità. “Abramo è il primo ebreo, “ivrì”, nel vero e proprio senso letterale del termine (“ivrì”, “dall’altra parte”), non solo da un punto di vista geografico ma come afferma la letteratura rabbinica: ‘…il mondo era da una parte e lui da tutt’altra’. Questo ci insegna che, come Abramo, dobbiamo essere capaci di essere altro, di essere anticonformisti”.