BIBLIOTECHE Un catalogo per i libri ebraici in Italia
Era l’agosto del 2016, Noemi Di Segni era stata da pochi giorni nominata presidente dell’UCEI e abbiamo organizzato un incontro con Sally Berkovic, la responsabile dei progetti europei della Rothschild Foundation – Hanadiv Europe. Oggetto della riunione era l’interesse espresso dalla Rothschild per i beni culturali ebraici in Italia, considerati di grande rilievo e interesse per l’ebraismo mondiale, e della scarsa capacità delle Comunità di presentare dei progetti completi, di largo respiro tanto che da anni, lamentava la Berkovic, non si riusciva ad offrire alcun contributo economico ad iniziative nel territorio italiano. La Presidente Di Segni si fece allora garante insieme a chi scrive di mettersi a capo di una rete, rappresentata da tutte le Comunità ebraiche coinvolgendo anche la Fondazione dei Beni Culturali Ebraici in Italia – FBCEI – e il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea – CDEC. Da allora il tempo è passato ma non siamo stati fermi. Si è deciso subito di occuparsi del patrimonio librario depositato presso enti e comunità ebraiche. Si è portato avanti un’indagine sullo stato delle biblioteche presso le Comunità attraverso questionari per capirne la dimensione, la presenza di volumi antichi, la presenza di materiale catalogato e la presenza di eventuali esperti bibliotecari. Mentre un gruppo di persone stilava il questionario, un altro gruppo partecipava ad un seminario di studi presso la National Library of Israel – NLI – a Gerusalemme. A questo workshop partecipava anche il direttore generale, Andrea De Pasquale, della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma – BNCR già direttamente coinvolto in progetti europei sul patrimonio ebraico. Molte sono infatti le biblioteche statali che detengono volumi antichi scritti in ebraico come la Palatina di Parma, che conserva materiali unici e di pregio e la serie quasi completa di edizioni prodotte dalla famiglia Soncino. La Nazionale Universitaria di Torino, dove si trova un fondo di opere a stampa – tra cui pezzi provenienti dalle collezioni di Casa Savoia – che costituisce una fonte straordinaria per studiare la storia della tipografia ebraica. La Nazionale Braidense che possiede la raccolta donata dai fratelli Lattes. La Biblioteche Casanatense e Angelica, nelle quali sono presenti ricchi fondi di cinquecentine. Tutte queste biblioteche prestigiose ci auguriamo saranno coinvolte in questo progetto. Dal lavoro svolto a Gerusalemme con gli esperti della NLI sono state gettate le basi per la realizzazione di un importantissimo progetto, non solo mai ipotizzato ma nemmeno pensato tanto complesso e utopico ci sembrava. Nacque qui l’idea di realizzare un catalogo collettivo di tutti i libri a stampa in ebraico depositati presso le biblioteche sul territorio italiano siano esse delle Comunità ebraiche che dello Stato. È importante ricordare che parliamo dei primi testi a stampa della storia, da quando Gutenberg ha inventato la stampa a caratteri mobili nel 1450 fino ai giorni nostri. Il progetto in realtà ha deciso di limitarsi al 1960, limite fissato dalla NLI. Ma torniamo al percorso che ci ha portato a realizzare la prima fase di questo grande progetto. Ad aprile 2018 ci siamo incontrati a Roma: esponenti dell’UCEI, esperti della Biblioteca Nazionale di Israele, del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia e della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma con anche la presenza di un rappresentante della Rothschild Foundation tutti insieme per sviscerare i problemi, definire il processo di lavoro per la presentazione della richiesta di contributo. Il Catalogo Collettivo del libro a stampa in ebraico, come si può immaginare, non è la somma dei singoli cataloghi, considerato che la maggior parte dei volumi scritti in ebraico, sia nelle biblioteche delle Comunità che nelle biblioteche statali, non è sempre catalogato per mancanza di personale esperto o nella catalogazione o nella conoscenza della lingua ebraica. La catalogazione in ebraico necessita di traslitterazione ed anche questo passaggio non è così elementare come può sembrare in prima approssimazione. Anche se negli ultimi anni è stata definita una corrispondenza fra caratteri ebraici e caratteri latini per l’italiano, in tutto il mondo occidentale la traslitterazione in uso è quella basata sulla lingua inglese. Obbiettivo quindi è diventato quello di utilizzare le base dati della NLI e della Teca digitale della BNCR. Per mancanza di esperti catalogatori in ebraico si è deciso di accentrare il lavoro e creare delle posizioni di catalogatore, i quali riceveranno dalle varie biblioteche le foto digitali dei volumi presenti presso le proprie sedi. Da queste foto i catalogatori faranno una ricerca nel catalogo centrale della NLI e, se presente, utilizzeranno la scheda di catalogazione in ebraico e poi andranno a verificare la traslitterazione sul sito worldcat che è un catalogo bibliografico che registra le collezioni di oltre 72.000 biblioteche da 170 nazioni. I catalogatori uniranno queste due schede descrittive, in ebraico e in caratteri latini, che unite alle fotografie del volume defluiranno verso la Teca Digitale della BNCR. Qui sarà possibile ricercare un volume, vederne le pagine fondamentali: copertina, frontespizio, colophon con tutte le informazioni sulla stampa, data, editore ed eventuali precedenti possessori. I primi mesi del 2018 sono stati concentrati a scrivere il progetto insieme agli esperti sia della NLI che della BNCR. In questa occasione, rendendoci conto della mole di lavoro da svolgere e mossi dalla complessità dell’intervento così pervasivo, si è deciso di proporre una fase detta Pilota. Abbiamo appena iniziato con una piccola sezione delle biblioteche delle Comunità di Torino, Genova, Firenze, poi con una collezione depositata al CDEC e un’altra presso il Centro Bibliografico dell’UCEI. Adesso mentre il team di fotografi e catalogatori lavora, alcuni di noi studiano e rilevano le difficoltà riscontrare durante il cammino e già da ora si predispongono a raccogliere il materiale e le informazioni per preparare la nuova richiesta di contributo la cui scadenza è a quindici giorni dalla fine del pilota, ovvero il prossimo 15 aprile 2019. A questo punto non resta che augurare a tutti in bocca al lupo, presto studiosi e studenti di tutto il mondo avranno accesso ai volumi mentre le Comunità avranno chiaro il patrimonio storico e culturale nelle proprie mani.
Gloria Arbib, Segretario generale Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Pagine Ebraiche, novembre 2018