Mattarella in visita a Torino“Europa, base della nostra cultura”

“Se negli anni Cinquanta alcuni stati hanno deciso di mettere insieme economia e risorse energetiche, dando vita alla storica scelta di integrazione dell’Europa a cui tanti paesi si sono fortunatamente associati è perché avvertivano un sottofondo e la base di comune cultura”. A sottolineare l’importanza dell’Europa e di una dimensione di identità comunitaria, il Presidente delle Repubblica, Sergio Mattarella, dal Teatro Carignano di Torino, per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università della città. Nell’agenda torinese del Capo dello Stato, una visita all’Arsenale della Pace, meglio conosciuto dai torinesi come Sermig, e al Polo del ‘900, per la mostra “Che razza di storia”, recentemente inaugurata, che rientra nel più ampio progetto 1938-2018. A ottant’anni dalle leggi razziste, coordinata dal Museo Diffuso della Resistenza.
Ad accogliere il Presidente Mattarella presso i Quartieri Militari Juvarriani di Torino, Sergio Chiamparino, Presidente della Regione Piemonte, assieme al sindaco Chiara Appendino, e a Sergio Soave e Alessandro Bollo, rispettivamente presidente e direttore della Fondazione Polo del ‘900.
Il razzismo è un’opinione o un reato? È legittimo disobbedire a una legge che ci pare ingiusta? La legge garantisce l’uguaglianza tra le persone? La paura alimenta l’intolleranza? Questi sono solo alcuni degli interrogativi stampati sulle pareti all’ingresso della mostra. Domande che sembrano senza tempo e riescono a scuotere con la stessa forza passato e presente.
“Con un approccio critico, ora evocativo ora informativo, l’installazione fornisce un quadro d’insieme sul tema delle leggi razziali in Italia, utile a collocare nel tempo e nello spazio le leggi razziste, richiamando la concreta realtà dei fatti accaduti e proponendo alcuni interrogativi”, spiegano i curatori Barbara Berruti, Paola Boccalatte, Fabio Levi e Guido Vaglio.
Il percorso espositivo è diviso in tre sezioni principali: l’inizio delle discriminazioni nel 1938, le persecuzioni e le deportazioni dal 1943, la difficile affermazione della memoria dopo la Liberazione. Si tratta di un’istallazione multimediale composta da filmati e documenti, dove luci, immagini e suoni si mescolano.
Dopo l’apertura ufficiale della mostra al pubblico, gli spazi del Polo hanno ospitato l’ultimo incontro della serie Spotlight di Biennale Democrazia, che ha visto protagonisti il giornalista Gad Lerner e la scrittrice italo-somala, Igiaba Scego. Un dialogo serrato sul tema del rifiuto dell’altro. Una riflessione critica sulle tragedie del ventesimo secolo che si basavano sull’odio razziale e il rifiuto del diverso, dinamiche feroci mai sopite, ma che anzi sono ritornate a dettare l’agenda politico-mediatica facendo della rivendicazione delle identità e della paura della contaminazione culturale temi di drammatica attualità. “Disagio e scetticismo, questi i sentimenti rispetto alle tante iniziative promosse per questo anniversario – il commento di Lerner – disagio e scetticismo verso il contesto attuale, che scivola sempre più verso l’autocommiserazione per giustificare una nuova ondata di tragico nazionalismo”.
Un evento nell’evento, organizzato con l’intento di allargare lo spazio di riflessione, i punti di vista e l’arco temporale, che appunto parte dal recente passato per arrivare alla più stringente contemporaneità.
Alice Fubini