Il premio internazionale Primo Levi
all’intellettuale polacco Adam Michnik

Andrà ad Adam Michnik, intellettuale e attivista polacco, il premio internazionale annualmente conferito dal Centro Culturale Primo Levi a Genova. Appuntamento a domenica 2 dicembre nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.
Con Adam Michnik, il Centro culturale Primo Levi “intende premiare colui che a partire dagli anni ’60 e per più di venti anni si è battuto nella sua Polonia
contro il Regime che governava il Paese dalla fine della Seconda Guerra Mondiale lottando in nome della libertà di pensiero e della libertà d’espressione con
l’intento di favorire per il popolo polacco un processo di rinnovamento democratico”.
Nel ‘68, si ricorda, l’opposizione al Regime, che lo vide alla testa del movimento studentesco, non ebbe il successo sperato e fu liquidata con la violenza provocando l’espulsione di Michnik dall’Università e la sua condanna a tre anni di carcere. Furono questi ultimi eventi che diedero vita ad una grande manifestazione che vide migliaia di studenti protestare in tutto il Paese e che servì anche da pretesto al Regime per lanciare una campagna antisemitica a seguito della quale circa ventimila ebrei polacchi persero il lavoro e dovettero emigrare dal loro paese. Caduta ogni illusione di poter riformare il socialismo reale nel 1976 si unisce a Kuron e Modzelewski per dare origine al Kor che si prefigurava il compito di assistere i lavoratori ma che divenne subito un gruppo di resistenza che pose gli intellettuali alla guida della classe lavoratrice. Alla fine del 1980 entra in Solidarnosc e nel 1982 accusato di preparare una rivoluzione violenta contro il Regime, viene incarcerato e scarcerato nel 1984. Nuovamente arrestato nel febbraio del 1985 è condannato a tre anni di carcere. Esce per amnistia e si trasferisce a Danzika dove diventa uno dei più diretti collaboratori di Levh Walesa, che lo nominca caporedattore della Gazeta Wyboewza di cui oggi è direttore. È stato uno dei fautori degli accordi di Danzika che condussero alle dimmissioni del Generale Jaruzelski e alla nomina, nel 1990, di Lec Walesa a Presidente della Polonia e nel 1991 allo scioglimento del Patto di Varsavia.

(27 novembre 2018)