“Talmud, progetto che onora l’Italia”
La sfida prosegue. Portare cultura, pensiero alto, stimolo al ragionamento. Far coesistere nel miglior modo tradizione millenaria e strumenti tecnologici all’avanguardia. Gli insegnamenti e i valori universali di Ta‘anìt (digiuno), il terzo trattato del Talmud babilonese tradotto in italiano nel quadro del protocollo siglato nel 2011 tra Presidenza del Consiglio dei Ministri, MIUR, CNR e Unione Comunità Ebraiche Italiane – Collegio Rabbinico Italiano, protagonisti di una serata che si è svolta nella sede dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede.
“Il Talmud ha un immenso valore religioso, storico, giuridico. È un testo che ha permeato la nostra cultura e quella europea. Questo progetto fa onore all’Italia” ha sottolineato il padrone di casa, l’ambasciatore Pietro Sebastiani, nei suoi saluti. Riflessione condivisa da Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma e presidente della Fondazione Migrantes, che ha ricordato l’imprescindibile impegno di riscoperta della radice ebraica e del Dialogo da parte cristiana.
Introdotti da Clelia Piperno, direttore del progetto di traduzione che non ha nascosto il proprio orgoglio per come il lavoro sta procedendo, hanno preso la parola il rav Riccardo Di Segni, che del consorzio è presidente, il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti, il presidente del CNR Massimo Inguscio, la presidente UCEI Noemi Di Segni e il rav Gianfranco Di Segni.
Il rabbino capo di Roma ha proposto un interessante confronto tra i contenuti di Ta‘anìt (pubblicato come i precedenti trattati dalla casa editrice La Giuntina) e il modo in cui la tematica del digiuno è trattata nei testi cristiani. “Perché si digiunava allora? In questo trattato si trovano molteplici spiegazioni” ha detto il rav Di Segni, che ha anche parlato del progetto nel suo insieme come di “un dono e un arricchimento per tutto il paese”. Il ministro Bussetti, ricordando la persecuzione fascista e gli 80 anni delle Leggi razziste premessa alla Shoah, ha affermato che il modo migliore per prendere le distanze “da questa vergogna” è l’impegno intelligente e profondo, “non la retorica”. La sfida è quindi quella di promuovere “un ebraismo vivo, come quello che studia e ci ha regalato il Talmud”. Quale il fascino e la forza del Talmud? Per Inguscio è “nell’andare a fondo delle cose, un po’ come si fa in fisica”. Il presidente del Cnr ha definito Ta‘anìt un volume “splendido e fondamentale per lo sviluppo della razionalità umana”. Un richiamo alle ombre del passato nelle parole della Presidente UCEI: “Valorizziamo anche oggi, in questa sede, il particolare contributo dell’ebraismo italiano di commento e di prima stampa del Talmud a Venezia e tristemente ricordiamo anche il momento in cui venne bruciato a Piazza Campo de’ Fiori nel 1553. Il popolo del libro vedeva così bruciato il libro sacro”. Mentre al rav Gianfranco Di Segni il compito di proporre un passo di Ta‘anìt e di illustrarlo alla platea. Lo studio, la lettura, il confronto – ha detto il rav – come viatico essenziale “per preservare il creato e migliorare il mondo per le future generazioni”.
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(28 novembre 2018)