Giacobbe…

Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti! (Zaccaria 4, 6)
Così si temerà il nome del Signore dall’occidente e la sua gloria dall’oriente; quando l’avversario verrà come una fiumana, lo Spirito del Signore lo metterà in fuga. (Isaia 59, 19)

“La Voce (spirituale) è la voce di Giacobbe, e le Mani (della forza fisica) sono le mani di Esaù”. (Genesi 27, 22): La Voce di Giacobbe grida per le sofferenze inflitte dalle Mani dall’Imperatore Adriano (Esaù-Edom-Roma), che uccise a Betar più di novantamila uomini. Fintanto che la Voce (spirituale) è la voce di Giacobbe che prega nelle Sinagoghe, le Mani (la forza) non saranno le mani di Esaù, altrimenti le Mani (forza) di Esaù prevarranno. (Midrash Rabbah)

“E mandò Giacobbe degli angeli davanti a se”: per placare la sua ira, come è detto: “lodiamo [anche] il nemico malvagio per via della pace”. E per quale motivo Giacobbe ebbe grande timore? Disse Rav Shmuel bar Nachman: “vieni e guarda i Giusti, quanto sono timorosi del peccato, poiché anche dopo tutte le promesse fatte da D-o a Giacobbe, ancora egli temeva di sbagliare verso Esaù. disse Rabbi Yochannan: “chiunque debba affrontare un re o un governo e non conosce chi ha difronte, si legga questo brano e imparerà la pacificazione e la benevolenza.

“Con Lavan ho abitato da straniero”: “Garti”, anagrammato “Tariag” che significa 613. Mi sono mantenuto distaccato dalla ipocrisia di Lavan [bianco] che appare un Giusto solo all’esterno, ed ho osservato le 613 Mitzvot [precetti] della Torah.

“E ritardato fino ad ora”: l’esilio non è terminato.

“Siamo giunti da tuo fratello, da Esaù”: per quale motivo ripete “fratello” e “Esaù”? Sappiamo già che è suo fratello. Significa: tu lo devi considerare comunque sempre tuo fratello, anche quando lui si comporta ancora come Esaù [ostile].

“E si spaventò molto Giacobbe ed egli soffrì”: per il timore di essere ucciso e/o di uccidere altri.

“Se arriverà Esaù sul primo accampamento”: Giacobbe si preparò per tre cose: la Preghiera per la Pace, il Dono per Esaù, la Difesa del suo accampamento.

“D-o di mio padre Abramo e D-o di mio padre Isacco”: non era forse anche il D-o di Esaù suo fratello? Tuttavia solo colui che segue le orme dei padri può invocarne i meriti davanti a D-o. Da qui si deduce che il Giusto [Tzaddik] non si basa sui suoi meriti personali.

“Salvami ti prego dalla mano di mio fratello, dalla mano di Esaù”: per quale motivo ripete “fratello” e “Esaù”? Salvami dalla Mano, dalla forza ostile, di Esaù, che in questo momento si presenta a me come “un fratello” solo in apparenza [ipocritamente].

“Ed egli pernottò li quella notte”: la Notte, l’esilio di Esav-Edom-Roma, il nascondimento del volto di D-o. Nel Talmud il versetto “Chi è come te fra gli dei, Signore?” viene letto come: “chi è come te tra i silenti, Signore?”. La Parola di D-o viene data nel deserto, nel luogo del silenzio, nella Notte. Spetta a Israele ascoltarla: “Ascolta Israele, il Signore è il nostro D-o, il Signore è uno!”.

“E indugiò con benevolenza Giacobbe e rimase solo”: Giacobbe, il popolo ebraico, è misericordioso, modesto e operatore di atti di amore. E nella sua giustizia Giacobbe [il popolo ebraico] è sempre solo, come è detto: “un popolo che risiederà da solo [a parte, isolato]”.

“E lottò un uomo con lui”: una lotta spirituale con l’angelo di Esaù. D-o mandò l’angolo di Esaù per mettere alla prova [mettere in evidenza] l’integrità spirituale e morale di Giacobbe in esilio. Il popolo ebraico in esilio [di Esaù-Edom-Roma] deve affrontare il nascondimento del volto di D-o e l’ostilità del volto di Esaù:,”Io ho intenzione di mandare un angelo di fronte a te per proteggerti nel cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato per te” (Esodo 23, 20).

“Fino al sorgere dell’alba”: l’alba della salvezza di Giacobbe, la redenzione messianica.

“Se mi benedirai”: conferma la benedizione divina per Giacobbe.

“Non più Giacobbe sarà detto il tuo nome, ma Israele”: “Israel” – colui che retto difronte a D-o.

“Perché hai combattuto [primeggiato] con D-o e con gli uomini e hai vinto”: Giacobbe in esilio è consapevole di non poter comprendere cosa passa nella mente di D-o. Sa di non poter conoscere le vie di D-o. Tuttavia vuole costringerlo a mostrargli il suo volto: D-o si nasconde ma non è mai indifferente: “veramente tu sei un D-o nascosto, D-o di Israele, salvatore” (Isaia 45, 15). Giacobbe deve anche rimanere integro moralmente verso il prossimo e vedere l’immagine divina nel volto di Esaù, suo fratello.

“Peniel”: il mio volto si è rivolto a D-o. I volti di D-o. Nell’esilio ci si deve rivolgere D-o per scorgerne il volto nascosto dietro gli eventi.

“Attraversò Penuel”: vi rivolgerete a D-o per superare l’esilio. Cercate D-o dove si fa trovare.

“Zoppicava”: l’esilio lascerà un segno su Israele. Israele è tale proprio in quanto claudicante e umile. Come Mosè balbuziente.

“E corse Esaù verso di lui, lo abbracciò, gli si gettò al collo, lo baciò e piansero entrambi”: è chiaro che Esaù odiava Giacobbe, ma D-o fece prevalere in lui la misericordia sincera.

“Se il tuo nemico si è alzato per ucciderti e arriva a casa tua affamato, dagli da mangiare” (Midrash Mishleh 25); “Chi è santo? Chi cambia il nemico in amico” (Avot Nathan 23)

“Io ho tanto [più del necessario], fratello mio, sarà per te ciò che ti spetta [di diritto]”: Esaù accetta la sua parte di benedizione divina e conferma la benedizione divina che spetta a Giacobbe da parte del padre Isacco.

“Prendi, ti prego, la mia benedizione [il mio omaggio] che ti è stata portata, perché mi ha reso grazia D-o ed io ho tutto [ciò che mi serve]”: il veroTzaddik (giusto) è colui che è felice della sua parte, di ciò che ha. Questa è la vera benedizione da parte di D-o.

“E [Giacobbe] insistette e [Esaù] accettò”: riconobbe valida la benedizione del fratello Giacobbe.

“Esaù andò per la sua strada, verso Seir”: si allontanò dalla retta via.

“E Giacobbe viaggiò verso Succot, costruì per se una casa e per il suo bestiame fece delle Succot [capanne], per questo chiamò il nome del posto Succot”: le Succot sono una abitazione provvisoria, come quelle nelle quali D-o farà risiedere i figli di Israele nel deserto. La Succà simboleggia la protezione spirituale di D-o.

Paolo Sciunnach, insegnante

(3 dicembre 2018)