Nessiah chiude con la Memoria

Gran finale in arrivo per il Festival Nessiah organizzato dalla Comunità ebraica di Pisa con il sostegno di Fondazione Pisa e Comune di Pisa.
L’ultimo appuntamento – domenica alle 20.30 all’auditorium di Palazzo Blu – sarà un allestimento in forma di concerto con il direttore artistico Andrea Gottfried nel ruolo di pianista e Maestro concertatore e con una dietro una storia importante da raccontare.
Ad andare in scena sarà “La madre”, opera di Donato Di Veroli.
Nato a Roma nel 1921, Di Veroli morì suicida il 10 luglio del 1943. La sua produzione, pur espressa nell’arco di una brevissima esistenza, è ab­bastanza nutrita: comprende due opere teatrali, due poemi sinfonici ed altre composizioni di vario genere. Non aveva ancora compiuto tredici anni quando si iscrisse al conservatorio di S. Cecilia. Il primo lavoro di una certa consistenza, il poema sinfonico Le fonti del Clitunno, porta la data del 1937. Le altre composizioni che se­guiranno nei sei anni che lo separano dalla morte hanno certamente una consapevolezza diversa, ma si può sottolineare un comune de­nominatore: quello di una musicalità e di una vena melodica indub­bie, accompagnate da una tecnica sicura, maturata fin dai primi anni di studio. I tempi burrascosi del conflitto, uniti alle persecuzioni razziali (nel 1938 fu espulso dal Conservatorio) non gli permisero come ad altri compositori, di esprimere pubblicamente il meglio della sua produzione artistica.
“La Madre”, di cui è autore anche del libretto, rappresenta il suo lavoro più vasto e impegnativo, febbrilmente concluso nella parte strumentale nel 1942, poco prima della morte. Si ispira a una novella di H.C. Andersen ed è dedicata alla madre del compositore, morta poco prima. Venne eseguito soltanto due volte: a Bergamo nel 1951 a chiusura della stagione lirica del teatro Donizetti; quindi a Torino per la sta­gione della RAI nel maggio del 1960.
L’ingresso è a invito, da ritirare presso la biglietteria di Palazzo Blu.

(7 dicembre 2018)