Percezione ebraica dell’odio
“Un fenomeno in crescita”

A distanza di sei anni dal primo studio, una nuova indagine sulla percezione ebraica dell’antisemitismo realizzata dall’Agenzia per i Diritti Fondamentali (Fra) della UE, di cui sono diffusi in queste ore i risultati, conferma le preoccupazioni di gran parte dell’ebraismo europeo per i crescenti segnali di odio e razzismo.
Oltre 16mila ad intervenire in quello che, viene segnalato, è il più vasto studio mai condotto in questo ambito. Dodici (tra cui l’Italia) i paesi coinvolti.
Stando all’indagine, l’89 per cento degli intervenuti ha la sensazione che nel proprio paese l’antisemitismo sia in crescita rispetto a cinque anni fa. Per l’85 per cento è “un problema serio” con cui confrontarsi. Ma dove cresce e si consolida l’odio? Per l’89% sui social network e sulla rete, per il 73% in pubblico, per il 71% sui media, per il 70% nel discorso politico. Il 40% dei partecipanti all’indagine si dice inoltre preoccupato per l’eventualità di aggressioni fisiche e il 70% ritiene che il proprio governo non contrasti questa minaccia in modo sufficiente.
Numerose le reazioni a questi dati. Commenta Ronald Lauder, presidente del World Jewish Congress: “I risultati sono inquietanti, ma purtroppo non sorprendenti. Come possiamo dirci sorpresi se a Chemnitz, in Germania, manifestanti antisemiti hanno potuto marciare con il braccio teso nel saluto nazista; se in Francia Marine Le Pen, figlia di un antisemita viscerale, è stata quasi eletta presidente; se in Austria e Ungheria partiti fondati entrambi da neonazisti sono le seconde forze politiche del paese. Se in Inghilterra Jeremy Corbyn è il leader del partito laburista”.

(10 dicembre 2018)