In ascolto – Happy Joyous Hanukkah
La festa di Hanukkah si è conclusa domenica, con l’accensione dell’ultima candelina, ma per oggi vorrei ancora restare “in quelle note” ed entrare in una di quelle storie che mi piacciono molto.
C’era una volta Woodrow, nato nel 1912 in una piccola cittadina dell’Oklahoma, in una famiglia segnata da perdite e disgrazie. Woodrow si ritrova solo molto presto e impara a sopravvivere girando di città in città, facendo ogni genere di lavoro per poter mangiare. Ha uno spiccato talento musicale e impara a suonare l’armonica, la chitarra e il mandolino. È anche molto bravo a scrivere; i suoi testi parlano della società e delle lotte quotidiane della gente comune. “Scrivo quel che vedo, quel che ho visto e quel che spero di vedere”, è solito ripetere. Intorno alla fine degli anni ’30 arriva a New York e fa conoscenza con musicisti e studiosi di etnomusicologia, tra cui Pete Seeger e Cisco Houston. Woodrow il ragazzo di strada diventa Woodie Guthrie, autore impegnato e menestrello delle grandi battaglie e dopo la guerra si guadagna anche un posto nella black list del maccartismo. L’eredità di Woodie Guthrie è immensa e a lui sono legati tanti nomi della musica folk americana, come Bob Dylan, Joan Baez, Bruce Springsteen.
Woodie incontra Marjorie Mazia nel 1942. Lei è ballerina nella compagnia di Martha Graham ed è cresciuta in una famiglia ebraica profondamente legata all’ideale del socialismo e al sionismo. La madre di Mazia, Aliza Waitzman Greenblatt, nata in Russia, è considerata tuttora una delle grandi poetesse in lingua yiddish. Woody entra così in una famiglia di immigrati ebrei dell’est Europa, si interessa al folclore e alla musica della tradizione ebraica e compone diversi brani per la festa di Hanukkah.
Quando muore nel 1967 per la Malattia di Hungtinton dopo anni di sofferenza, l’attenzione si fissa su una parte del suo grande lavoro di scrittura e di ricerca musicale e le canzoncine di Hanukkah vengono lasciate in un cassetto. Nel 1998 la figlia Nora ritrova per caso i testi e chiede ai Klezmatics di musicarli.
Nasce “Woody Guthrie’s Happy Joyous Hanukkah”, interessante miscela di klezmer, folk americano e bluegrass, un album davvero imperdibile che tiene insieme memorie di vita.
Maria Teresa Milano
Consiglio d’ascolto:
(13 dicembre 2018)