Un’occasione per riflettere
C’eravamo quasi abituati a visualizzare i post al veleno del nostro ministro dell’Interno durante i suoi pasti frugali, in prima linea con varie divise sui luoghi delle ultime tragedie, con in mano ruspe e rosari, in diretta da piazze affollate di tricolori e qualche croce celtica, mentre metteva alla gogna mediatica qualche personaggio a lui sgradito – persino delle ragazzine minorenni – o mentre esultava per qualche sgombero o arresto, magari con addosso qualche t-shirt di marchi legati all’estrema destra. In qualche modo – e scrivo come sempre a titolo strettamente personale – sarebbe forse bastato. Non eravamo però abituati a seguire via Facebook il nostro ministro dell’Interno dentro lo Yad Vashem o con una kippah davanti al Kotel, mentre i suoi sostenitori alternavano commenti d’esultanza a commenti decisamente antisemiti. Chiaramente, gli ultimi gesti citati, se realmente sentiti e non puramente “da passerella”, sono senza dubbio lodevoli, così come la sua vicinanza a Israele e le prese di posizione nei confronti di Hizbollah. Ma come hanno scritto non pochi sia in Italia che in Israele, non penso che tutto questo possa essere in sintonia con un atteggiamento d’istigazione all’odio verso l’altro che l’attuale governo, alla stregua degli altri alleati in Europa, sembra approvare, e non per adesso frenare. L’antisemitismo in qualunque sua forma che il ministro si è impegnato a combattere, e la permanenza del ricordo della Shoah, non possono discernere da una lotta più ampia contro qualunque espressione xenofoba, contro coloro che cercano di riabilitare il fascismo o di riscrivere la storia, e contro coloro che stanno conducendo i propri paesi verso derive autoritarie. Mi auguro che questo viaggio in Israele possa significare per Matteo Salvini un’ottima occasione per riflettere e un cambio di rotta in queste direzioni. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità” direbbe Stan Lee. L’intelligenza e le capacità probabilmente non mancano al ministro, serve piuttosto un po’ di forza di volontà e sicuramente la perdita di buona parte del consenso che negli ultimi anni egli è riuscito ad ottenere.
Francesco Moises Bassano
(14 luglio 2018)