Qui Firenze – La mostra
Marcella e il segno delle donne laureate
Fu il governo provvisorio della Toscana ad aprire nel 1859, prima ancora dell’annesssione al Regno d’Italia, un Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento che ebbe subito importantissimi docenti e come Regio Istituto di Studi Superiori affiancò ben presto alla sezione umanistica quella scientifica, divenendo dal 1924 l’attuale Università degli Studi.
Gli archivi dell’Università fiorentina sono una fonte inesauribile di documenti ed è nata l’idea di trascrivere le tesi delle prime donne laureate, tra l’apertura dei corsi superiori e il 1940, e di esporre quelle più rilevanti. L’esposizione, che sarà visitabile fino all’otto marzo, è stata allestita in un vasto locale della Biblioteca Umanistica, e l’inaugurazione ha avuto luogo nella vicina e bella sala Comparetti, sempre nel complesso universitario di Piazza Brunelleschi, venerdì 14 nel primissimo pomeriggio tenendo conto, in ragione dello Shabbat imminente, di una eventuale presenza ebraica.
Infatti, come ha messo bene in evidenza Floriana Tagliabue nella sua precisa esposizione densa di dati statistici, una alta percentuale delle donne laureate è straniera e molte sono ebree. Gianni Galeota, direttore della Biblioteca di scienze, nell’illustrare le donne laureatasi nelle facoltà scientifiche si è in particolare soffermato una figura molto cara ai fiorentini, quella di Marcella Frankenthal, madre dell’avvocato Renzo Ventura giunto appositamente da Israele per questa occasione, ma che prima di lasciare l’Italia è stato anche presidente della Comunità ebraica di Firenze.
Lauratasi in scienze matematiche nel 1937 e raggiunta subito anche l’abilitazione all’insegnamento per le classi suoeriori, non potendo ricevere la nomina che le spettava, Marcella Frankenthal fu una bravissima ed amata docente della scuola ebraica appena istituita e, al della sua carriera scolastica nel noto Istituto Tecnico Galilei di Firenze, tornò ad occuparsi della sua Comunità riorganizzando in una nuova sede l’archivio sopravvissuto nei locali della cupola del Tempio, danneggiato nel tentativo dei tedeschi di distruggerlo con le mine. Così anche gli archivisti e i bibliotecari dell’Univerità fiorentina si sono voluti associare alle manifestazioni che si tengono a ottant’anni dalle Leggi razziste.
Lionella Viterbo
(Nell’immagine la classe terza media al termine del triennio con la professoressa Marcella Frankenthal, la prima a sinistra. L’ultimo a destra è il professor Gino Scaramella, già docente al liceo Michelangelo, ideatore e preside della Scuola ebraica)
(16 dicembre 2018)