Occasioni perse al Sud
Dal 28 agosto – quando ne scrissi su queste colonne – la proposta di spostare i pensionati al Sud ha fatto qualche passo avanti nella Manovra di Bilancio. Rispetto ad allora, però, sembra esserci un cambiamento decisivo: il testo prevede un’aliquota fissa al 7% per i pensionati stranieri che si trasferiscono nel Mezzogiorno e comprano una casa dal valore di almeno cento mila euro. Il cosiddetto “modello Portogallo”. Si era prima parlato dei pensionati italiani, ora si fa riferimento ai “ricchi” pensionati stranieri.
Come scrissi al tempo, citando Romano Prodi, l’idea mi pare difficile ma interessante: ampie aree del Sud soffrono di spopolamento e impoverimento, e favorire un’immigrazione intra-nazionale non sarebbe affatto scandaloso. Purché, lo ripetiamo, i traslochi siano veri e non truffaldini, i servizi per gli anziani efficienti e non si aggravi la misura di ulteriori obiettivi (per esempio quello di ripopolare i borghi o piccoli Comuni, che oggettivamente possono essere poco adatti alla terza età).
Ma visto che parliamo di Sud, due vicende della scorsa settimana. Innanzitutto, il parlamento ha fatto fallire il progetto di istituire una seconda sede della Normale (di Pisa) a Napoli. Vincenzo Barone (pregasi evitare ironie!) aveva pensato questa iniziativa per aumentare il numero dei borsisti, nell’ottica di una rete di scuole di eccellenza universitaria da arricchire in futuro con altre città. Non l’avesse mai fatto: dal sindaco leghista di Pisa ai politici toscani, tutti contrari al furto della Scuola. Col risultato che la Scuola rimane tale e quale, come del resto sarebbe stato in ogni caso, mentre l’Italia e Napoli hanno perso un’occasione.
E qui devo una confessione personale. Un conflitto d’interesse. Nel 2002 fui il primo degli esclusi al concorso ordinario per la Scuola Normale di Pisa (posto 25, su 24 ammessi). Forse è per questo che le due notizie mi hanno indignato: fosse oggi, e ci fosse la seconda sede, me ne sarei stato quattro anni a studiare sotto lo sguardo bonariamente torvo del Vesuvio. Un’ipotesi del terzo tipo, ovviamente.
Ma c’è di più: in settimana la Cassazione ha anche assolto il professor Aldo Schiavone, accusato a Firenze di aver distratto fondi pubblici nella gestione del SUM (Istituto di Scienze Umane), negli anni in cui ne era rettore. Un’iniziativa post-laurea che garantiva borse di studio in materie umanistiche agli studenti e ricercatori più dotati. Dove? Sempre a Napoli. Tra gelosie accademiche e miserie umane, alla fine tutti vengono assolti ma nel frattempo il SUM non esiste più. Un’altra occasione persa per l’Italia e Napoli.
Insomma, del Sud tutti parlano, ma appena si tratta di fare qualcosa, viene più facile distruggere che costruire.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas @tobiazevi