Società – Neofascisti, le ragioni di un ritorno

Schermata 2018-12-25 alle 12.33.04Claudio Vercelli / NEOFASCISMI / Ed. del Capricorno

Va riconosciuto che, oggi più che mai, si ha a che fare con una destra radicale che è passata da posizioni di mera restaurazione o conservazione a soggetto in costante movimento, che ambisce a mobilitare una parte delle collettività non solo sul piano politico, ma anche e soprattutto sociale. Quest’area registra, a modo suo, la crisi della «vecchia» politica e della rappresentanza democratica, ossia la loro subalternità rispetto a quei processi decisionali che oggi contano più che mai nel determinare prosperità o declino delle comunità umane. Se la democrazia si riduce a «governance» e se l’esercizio di questa, nei fatti, è delegato a organismi e soggetti che non sono il prodotto di un processo partecipativo, bensì di un’autoattribuzione di potere da parte di gruppi d’interesse corporati, il vuoto di rappresentanza reclama d’essere in qualche modo colmato. Così fneofascismiacendo, il radicalismo politico si rivolge a quelle ampie parti di società che si sentono abbandonate. Non è un caso se la polemica «antiborghese» abbia da tempo ripreso pieno vigore nel neofascismo. Il quale, da sostegno per «maggioranze silenziose» iperconservatrici ha ora invece di nuovo rivestito i panni del plebeismo. Questa destra radicale ambisce in qualche modo a rappresentare il territorio sociale dell’esclusione, ossia gli individui che si trovano ancorati a esso e che lamentano la loro marginalizzazione dai processi di cambiamento in atto. Lo fa indicandogli cause di disagio immediatamente condivisibili: immigrazione, «poteri forti», furto del lavoro e del territorio, complotti e così via. La forza del radicalismo di destra, infatti, è direttamente proporzionale alla crisi della democrazia sociale. Più indietreggia la seconda, maggiori sono gli spazi per il primo, presentandosi come falsa risposta a problemi e disagi invece reali e diffusi. Così è stato nel passato, così sarà ancora per i tempi a venire.

Claudio Vercelli, storico
Pagine Ebraiche, dicembre 2018